Ha aspettato l’80° anniversario del 25 aprile per lasciarci: Tommaso Pizzuti era nato nel 1918 ed aveva avuto la triste esperienza degli Internati Militari Italiani. Nella Giornata della Memoria, il 27 gennaio scorso, il prefetto l’aveva insignito della Medaglia d’onore. Eccone un ricordo dell’arch. Luigi Compagnoni, cui si deve la ricerca storica sugli IMI a Ceccano.
Oggi termina la straordinaria avventura di un uomo che, con la sua storia, ha rappresentato la testimonianza vivente di una triste pagina per la memoria della nostra città. Tommaso Pizzuti, classe 1918, è scomparso nella notte, ultimo sopravvissuto di una delle pagine più dolorose e tragiche del secolo scorso, la prigionia dei militari italiani nei lager nazisti. Dopo l’armistizio del 1943, Tommaso era tra le centinaia di migliaia di connazionali disarmati dai tedeschi e posti di fronte a una tremenda scelta: continuare la guerra coi nazifascisti o essere deportati. La gran parte di loro, tra cui Tommaso, non aderì alla Repubblica di Salò e fu reclusa con lo status di “Internati militari italiani”, voluto da Hitler per sottrarli alla Convenzione di Ginevra e sfruttarli liberamente per i lavori forzati. Il rifiuto ad aderire alla Repubblica di Salò viene ormai riconosciuto da tutti gli storici come atto fondante della Resistenza italiana al nazi-fascismo. I militari ceccanesi prigionieri nei lager nazisti, dislocati in Germania, Austria, Polonia e Cecoslovacchia, furono complessivamente 236, di questi sette erano civili, compresa una donna, Antonietta Gallucci. Dei 236 I.M.I. soltanto uno di essi accettò le offerte di rimpatrio, per chi avesse aderito ai proclami della nuova Repubblica fascista, mentre il rifiuto costerà la vita a 11 ceccanesi, morti dietro i reticolati dei lager nazisti.
Abbiamo raccontato la sua straordinaria storia con un’intervista già pubblicata nel maggio del 2024 (qui il link: https://www.facebook.com/groups/resistenzaimi/posts/10161462810279208/), e soprattutto con la partecipazione alla Giornata della Memoria del 27 gennaio scorso, quando, alla presenza del Prefetto della provincia di Frosinone e del Commissario Straordinario del Comune di Ceccano, gli fu conferita la Medaglia d’Onore, prevista dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per i cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti per essere destinati a svolgere lavoro coatto per l’economia di guerra tedesca.
Una pagina della Seconda Guerra Mondiale a lungo trascurata ma tornata a vivere anche a Ceccano grazie a toccanti testimonianze dirette dei reduci come lui, imprigionato a venticinque anni e tornato a casa in drammatiche condizioni psicofisiche.
Il debito della nostra città non si estinguerà facilmente ed è un riconoscimento alla dignità e al sacrificio di chi ha sofferto per riscattarci dall’oppressione dittatoriale. Ringraziamo Tommaso per avercelo ricordato con il suo spirito di ribellione.

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