Ceccano, 25 aprile, il contributo dei cittadini alla Resistenza


Per la Festa della Liberazione, pubblichiamo volentieri un contributo di Luigi Compagnoni su Storie e vicende dei Partigiani e Patrioti Ceccanesi nella lotta al nazi-fascismo in Italia e in Europa (1943-1945)

La partecipazione dei ceccanesi alla Resistenza non si sviluppò soltanto in Ciociaria, ma ne registrò
la presenza attiva in altri contesti territoriali in Italia e all’estero: Albania, Isole Ionie della Grecia e
nei lager per internati militari dislocati in Germania, Polonia, Austria e Cecoslovacchia. Oggi, ad 80
anni dalla fine della guerra, è stato possibile finalmente ricostruire un quadro esatto degli uomini
e delle donne di Ceccano che scelsero di combattere e contrastare l’oppressore non solo nel
proprio territorio, ma anche nel resto d’Italia e nei paesi europei che soggiacevano alla brutale
dittatura nazista, grazie ad una capillare azione di ricerca, con il fondamentale supporto degli
archivi storici resi accessibili on-line al pubblico .
Sul movimento partigiano che si sviluppò a Ceccano e sui Monti Lepini, soprattutto sul versante
carpinetano, molto si è scritto, anche se con ritardo, se si pensa che la prima celebrazione del 25
aprile avvenne a Ceccano “solo” nel 1969, cioè 25 anni dopo la fine della guerra, con l’irrimediabile
perdita di tante testimonianze dirette dei protagonisti di quelle vicende, che soltanto grazie alle
ricostruzioni storiche dei ricercatori locali ha impedito di perderne totalmente le tracce nella
memoria locale. Il primo libro che descrive in maniera documentata le vicende belliche e quindi
anche il movimento partigiano che riguardarono Ceccano, curato dal Prof. Angelino Loffredi, è del
1990!
Ancora più complessa si è rilevata la ricostruzione storica della partecipazione dei Ceccanesi con
ruoli attivi e di fondamentale importanza nella Resistenza romana, di cui soltanto da pochissimi
anni si sta rivalutando il ruolo svolto.
Tornando ai presupposti che hanno consentito di ricostruire storie e vicende dei Partigiani e
Patrioti ceccanesi che si schierarono contro gli oppressori dopo l’8 settembre del 1943 ,nei primi
anni del dopoguerra con decreto ministeriale furono istituite delle commissioni regionali per il
riconoscimento della qualifica di partigiano o di patriota di chi aveva partecipato alla Resistenza.
Per Ceccano furono catalogate ben 126 schede, come è stato possibile verificare nell’Archivio di
Stato, portale “Ricompart”, con i dati dei richiedenti, e su questa abbiamo avuto già un primo
riscontro sull’effettiva consistenza numerica della partecipazione dei ceccanesi alla guerra di
Liberazione in Ciociaria.

A Ceccano erano presenti due raggruppamenti partigiani, uno guidato dall’Avv. Giuseppe Ambrosi,
l’altro da Romolo Battista, uomini dalla forte personalità in perenne contrasto per l’egemonia del
movimento partigiano locale. Contrasto che proseguì anche nel dopoguerra, che non era
riconducibile all’appartenenza politica ma dettata da contrasti personali. L’Avvocato Ambrosi fu
l’estensore della relazione inviata subito dopo la fine del conflitto al Ministero della Guerra, così
suddivisa con i relativi nominativi:

  • elenco degli informatori e collaboratori
  • elenco dei patrioti meritevoli di premi in denaro, ricompense e sovvenzioni
    -aggiunta all’elenco nominativo dei patrioti meritevoli di premio in denaro,sovvenzioni e
    ricompense
    -aggiunta all’elenco dei patrioti collaboratori
    -elenco nominativo dei patrioti morti ed elenco nominativo dei patrioti feriti e mutilati
    Parliamo di un totale di 187 ceccanesi attivi durante la Resistenza, secondo gli elenchi di Ambrosi.
    Gli elenchi però non menzionano i ceccanesi attivi nella Resistenza a Roma e nel resto d’Italia,né
    tantomeno i soldati internati nei lager nazisti o resistenti a Cefalonia o in Albania.
    Basandosi invece sull’analisi delle schede del portale “Ricompart” i numeri sono diversi: i partigiani
    ceccanesi ai quali viene riconosciuta la qualifica di Partigiano combattente sono effettivamente 22,
    di cui 2 caduti,cui vanno aggiunti 8 Partigiani non originari di Ceccano che aderiscono alle
    formazioni locali e 13 Patrioti, numeri ben lontani dagli elenchi inseriti nella relazione dell’Avv.
    Ambrosi.Al di là del ridimensionamento della consistenza numerica operante a Ceccano, il valore
    dei ceccanesi nella Resistenza, dall’analisi delle schede, emerge ancora più forte e di valore.Basti
    pensare ad esempio che a Roma sono presenti in attività partigiane 16 ceccanesi appartenenti
    però tutti a partiti politici: cinque risultano iscritti al Partito Comunista, tre al Partito Socialista,
    due al Partito d’Azione, al Fronte Militare Clandestino e a Bandiera Rossa ed infine in due
    formazioni operanti nel resto della regione , 1 a Poggio Mirteto e 1 partigiano nella brigata
    Ceprano.La resistenza a Roma dei ceccanesi trova i suoi due martiri nelle figure di Luigi
    Mastrogiacomo e Francesco Bruni,massacrati dai tedeschi in due distinte azioni di rappresaglia.
    Luigi Mastrogiacomo,dopo l’armistizio dell’8 settembre, diventa un membro attivo nella resistenza
    romana collaborando con il nucleo di intelligence guidato dal tenente Maurizio Giglio (Medaglia
    d’Oro al valore militare) denominato servizio informazioni”Radio Vittoria”.La trasmittente è
    custodita da Luigi sul galleggiante del Ministero delle Finanze ormeggiato sul Tevere ed è utilizzata
    dal tenente Giglio per inviare notizie di carattere militare al comando alleato bloccato sul fronte di
    Anzio e Nettuno.
    Francesco Bruni, appartenente al Partito d’Azione, figlio di Regina, anch’essa attiva nella
    resistenza come il resto della famiglia, tutti originari di Ceccano, viene barbaramente ucciso dalle
    S.S. in un agguato in via Nomentana, e la sua camicia traforata dai proiettili è esposta come tragica
    testimonianza nel Museo della Liberazione a Roma, nello stesso edificio in via Tasso, teatro delle
    sevizie e torture alle quali erano sottoposti gli uomini della Resistenza romana che cadevano nelle
    mani degli aguzzini fascisti.
    Poco nota è anche la presenza dei ceccanesi nella guerra di liberazione in Piemonte. All’indomani
    dell’8 settembre tanti soldati cercarono con tutti i mezzi di tornare a casa, ma una parte
    consistente di essi preferì combattere l’invasore unendosi alle brigate partigiane operanti nelle
    Langhe e nelle valli piemontesi, in una guerra senza esclusione di colpi così come raccontata da
    Beppe Fenoglio in uno dei suoi libri più famosi “Il partigiano Johnny”. Orlando Nicolia (classe 1921)

e Angelo Ferrante (1920) nella Brigata Grinet, dove Angelo raggiunse il grado di commissario
distrettuale,Gino Colafrancesco (1924), nome di battaglia ‘Berto’, nella Brigata Garibaldi, Augusto
D’Annibale (1921),nome di battaglia ‘Tigre’, arruolato nella brigata Sap Carando, Vincenzo
Cicciarelli (1921) nella 104^ Brigata Verde ed infine con la qualifica di patriota, Giovanni Cerroni
(1916), nella 3^ Divisione Alpi.
Mentre del tutto ignorata, fino ad oggi, la partecipazione del soldato ceccanese Giulio Pirri (classe
1911) nell’insurrezione della popolazione di Lanciano, in Abruzzo, che a partire dal 6 ottobre del
1943 scatenò contro i tedeschi nel tentativo di cacciarli dalla città. Fece seguito una durissima
rappresaglia contro la popolazione.Il bilancio dell’insurrezione fu di 47 vittime tra ufficiali e militari
di truppa tedeschi e 11 partigiani e 12 civili uccisi. La rivolta fu guidata dal partigiano Trentino La
Barba, che cadde in combattimento e per il suo sacrificio fu decorato di medaglia d’oro al valor
militare,mentre Pirri rimase ferito nel corso della battaglia guadagnandosi sul campo la qualifica di
partigiano combattente.
Nei paesi europei ancora sotto il dominio delle truppe naziste,sono venute alla luce vicende di
resistenza che soltanto l’accesso alla documentazione oggi consultabile nel portale “Ricompart” ha
consentito di conoscere :Domenico Del Brocco (classe 1919), superstite dell’eccidio della divisione
Acqui di stanza sull’isola di Cefalonia,in Grecia,che dopo l’armistizio non si arrese ai tedeschi e
resistette per circa due settimane fino a capitolare e dare luogo al massacro di oltre 5.000 soldati
Italiani. I superstiti, compreso Del Brocco, furono trasferiti nei lager in Germania da dove fu
liberato dalle truppe russe nel febbraio del 1945, per trovare la morte nel successivo mese di
novembre per fatti di guerra non meglio specificati nel suo foglio matricolare. Oggi di Domenico
Del Brocco non c’è traccia sulle lapidi dei caduti del monumento cittadino, ma la sua
partecipazione attiva nella resistenza ai tedeschi a Cefalonia gli fu riconosciuta da parte della
commissione istituita già nel 1947 che lo qualificò come partigiano combattente.
In Albania, le truppe italiane lì presenti alla data dell’armistizio non vollero arrendersi all’esercito
tedesco, e si costituì con 170 soldati volontari il battaglione “Antonio Gramsci”, che si unì
all’esercito di liberazione del Paese. In questo reparto, guidato da un leggendario fornaio toscano,
Terzilio Cardinali, Medaglia d’Oro al valor militare, si aggregò il ceccanese Felice Bucciarelli
(1911),che combattè a fianco dei suoi commilitoni contro i nazisti ed ebbe l’onore, assieme alla
sua brigata, di sfilare per primi nella Tirana liberata come segno di riconoscenza dell’intero popolo
albanese.
Infine, per avere un quadro completo della resistenza italiana nel 1943-1945, va senz’altro citata la
vicenda degli I.M.I. (Internati Militari Italiani), di cui abbiamo già scritto in passato soprattutto a
proposito del significato storico del rifiuto della maggioranza di loro a aderire alla Repubblica di
Salò come atto fondante, ormai riconosciuto da tutti gli storici, della resistenza italiana al nazi-
fascismo.I militari ceccanesi prigionieri nei lager nazisti, dislocati in Germania,Austria, Polonia e
Cecoslovacchia, furono complessivamente 236, di questi,sette erano civili, compresa una donna,
Antonietta Gallucci, che fu prelevata dalla fabbrica di munizioni di Bosco Faito, accusata di azioni
di sabotaggio e internata in un lager a Berlino. Dei 236 I.M.I.,soltanto un militare aderì alle offerte

di rimpatrio per chi avesse aderito ai proclami della nuova Repubblica fascista, mentre il rifiuto
costerà la vita a 11 ceccanesi, morti dietro i reticolati dei lager nazisti.
Spero che la completa ricostruzione storica della partecipazione dei ceccanesi alla Resistenza aiuti
finalmente a conciliare anche nella nostra città quello spirito di ribellione alla base del riscatto
dall’oppressione dittatoriale che contribuì alla liberazione e, soprattutto,alla nascita della
democrazia e della libertà nel nostro Paese.


Scopri di più da Pietroalviti's Weblog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑

PHILOSOPHICA - THEOLOGICA - HISTORICA

Argomenti vari di natura filosofica e teologica, ma non solo. A cura di Lorenzo Cortesi.

AcFrosinone

Cittadini degni del vangelo

gianfrancopasquino

QualcosaCheSo

Spazio Libero

Blog di Informazione, Cultura, Scienza, Tempo Libero

OpinioniWeb-XYZ

Opinioni consapevoli per districarci nel marasma delle mezze verità quotidiane!

Damiano Pizzuti

Salute, società, notizie

Marisa Moles's Weblog

Le idee migliori sono proprietà di tutti (Seneca)

Mille e più incantesimi

Claudio Baglioni: Poesia in musica

Insegnanti 2.0

Insegnare nell'era digitale

seiletteresulpolso

«Passerò come una nuvola sulle onde.» Virginia Woolf

Centri Informagiovani Ciociaria

Una risorsa per i giovani. Un riferimento per i territori

Seidicente

altrimenti tutto è arte

Cesidio Vano Blog

“L'insuccesso mi ha dato alla testa!”

Bibliostoria @ La Statale

Risorse web per la storia, novità ed eventi della Biblioteca di Scienze della storia e della documentazione storica, Università degli Studi di Milano

virgoletteblog

non solo notizie e attualità

polypinasadventure

If you can take it, you can make it!