Lo denunciano i consiglieri d’opposizione, in un lungo comunicato stampa, a seguito della riunione della commissione ambiente del 9 gennaio: in pratica la ditta che gestisce l’appalto della raccolta dei rifiuti nel comune di Ceccano, per il quale è in corso il nuovo bando, non avrebbe versato i ricavi derivanti dalla vendita del rifiuto differenziato che, secondo una stima dell’ingegnere incaricato dal comune per la verifica, ammonterebbero a circa 250-300 mila euro all’anno, nel periodo 2018-2022. Si sarebbe limitata a consegnare a Palazzo Antonelli circa 30 mila euro ogni anno. Scrivono i consiglieri De Santis, Di Pofi, Piroli e Querqui: la stima orientativa degli introiti derivanti dal recupero dei rifiuti, come quantificata nell’offerta formulata dal tecnico incaricato della redazione di una perizia estimativa, necessaria per la verifica finale di conformità dell’appalto e di cui è stata richiesta copia, è indicata nella misura non inferiore ad euro 250.000 – 300.000 annui al lordo dei costi di preselezione (dal 2018 al 2022), quando al comune è sempre stata riconosciuta la sola somma di circa 30 mila euro annui. I consiglieri, inoltre, contestano il fatto di essere stati consultati a bando già pubblicato… nessun precedente confronto, su un tema così rilevante, con la minoranza consiliare, la quale per l’ennesima volta si trova a dover prendere atto senza poter collaborare con la giunta. Si sarebbe potuto discutere anche di modalità alternative, limitatamente a determinate zone, alla raccolta ‘porta a porta’ al fine di abbattere una parte dei costi di gestione. L’opposizione contesta anche la durata dell’appalto di 7 anni: la scadenza dell’appalto vincolerebbe anche le future amministrazioni. Il mancato introito di una somma così ingente, sostengono i consiglieri, avrebbe comportato negli anni un aumento delle tasse per i cittadini.

Potete leggere l’intero comunicato qui
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