Vallerotonda – Collelongo – 28 dicembre 1943

Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada
Mt 26,52
Li uccisero nel giorno dedicato ai Santi Innocenti, i bambini di Betlemme sterminati da Erode per difendere il suo potere. Addolorata e gli altri 41 innocenti di Vallerotonda furono trucidati, 80 anni fa, senza alcun motivo se non quello della violenza senza ragione. Molti parcheggiano nell’area del Matusa, a Frosinone, al Campo Sportivo, come si diceva una volta, ignorando, di dolito, che quella Piazza Martiri di Vallerotonda è intitolata alle vittime di quella strage che alcuni militari germanici compirono il 28 dicembre 1943, 80 anni fa. Furono uccisi in 42, si salvarono in 4, soltanto perché coperti dai cadaveri degli altri: strage senza ragione come a Sant’Anna di Stazzema, strage per vendetta, per disperazione, per rabbia per i commilitoni caduti il giorno prima. Senza alcuna provocazione, senza alcun coinvolgimento diretto degli uccisi, nulla… Si erano rifugiati in una valle che credevano al sicuro dai combattimenti che infuriavano al confine tra il Lazio, il Molise e la Campania. Addolorata Di Mascio era nata appena qualche giorno prima e le armi non ebbero rispetto neppure di lei. E oggi vediamo il ripetersi di scene come quella di Vallerotonda. Per questo, quei 42 innocenti sono “martiri” nel senso pieno della parola, come quelli di Betlemme di oltre 2000 anni fa e quelli di Israele e di Gaza di oggi o delle città ucraine. La guerra trasforma gli uomini, il male si impadronisce di ciascuno che dimentica di aver anch’egli bambini, mogli, genitori anziani: ecco la testimonianza del martirio di Addolorata e degli altri di Vallerotonda che vanno ricordati e portati come esempio di cosa significhino realmente le armi e la guerra. Il libro di Genesi, al cap. 4 narra la storia esemplare dell’assassinio di Abele da parte del fratello Caino. Prima che quest’ultimo porti a termine il suo disegno scellerato, l’autore biblico fa dire a Dio: il male è accovacciato alla tua porta, ma tu dòminalo. Ecco il significato delle parole di Gesù, nei drammatici istanti dell’arresto al Getsemani: alcuni degli apostoli erano andati armati, temendo quello che stava per accadere. Uno di loro prova a resistere, sfodera la spada e colpisce uno dei servi del sommo sacerdote. Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada La violenza genera violenza. I martiri di Vallerotonda ne sono la testimonianza più eloquente Non è la vendetta che dà la giustizia, che dà la pace. La vendetta, la spada genera altra violenza, in una spirale senza fine come abbiamo visto in queste settimane nella terra di Gesù. Bisogna invece interrompere la spirale. Facciamo anche noi un pellegrinaggio a Collelongo, impareremo a rispettarci di più
qui la scheda sull’eccidio, curata da Tommaso Baris
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