Così Agostina Pizzuti ha raccontato la sua esperienza ai bambini e ai ragazzi delle scuole di Ceccano che hanno affollato Piazza S. Pietro, nell’ottantesimo anniversario del bombardamento che distrusse intere famiglie quel tragico 3 novembre 1943: avevo 5 anni, la mia casa era lì dove oggi c’è il parcheggio, stavo giocando con le mie compagne, recitavamo la filastrocca, è l’ultima cosa che ricordo. Mi tirarono fuori dalle macerie di casa qualche ora dopo. Fui fortunata, ma mi sono portata e mi porto ancora oggi i segni della guerra in questi 80 anni. Agostina ha rappresentato i superstiti di quella strage che distrusse famiglie, affetti, sogni e desideri. E stamattina, 3 novembre 2023, 80 anni dopo quei terribili momenti, la rete delle associazioni di Ceccano, insieme ai ragazzi delle scuole, ha voluto ricordare quelle 18 vittime innocenti, con un cartello plastificato con il nome e l’età e un fiore rosso, realizzato dall’Associazione un filo che unisce. Chiunque passerà per quei luoghi li vedrà e potrà capire quanto la guerra sia apportatrice di distruzione indiscriminata. Significativa manifestazione per le ore buie che stiamo vivendo. Erano presenti anche le vittime delle famiglie che vennerfo quasi completamente cancellate in quella mattinata. Vi ha partecipato anche il delegato alle attività culturali del comune di Ceccano, Alessio Patriarca. La giornata si completerà stasera alle 18,30 a Santa Maria a fiume con la presentazione del progetto I figli della guerra dell’Associazione Indiegesta, con la raccolta delle testimonianze all’interno delle famiglie e la loro pubblicazione su un apposito canale youtube.

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