Ceccano, una foto racconta la politica di 10 anni, Angelino Loffredi pubblica i suoi interventi

La foto è icastica, descrive le vicende politiche di Ceccano nei loro tratti essenziali e lo fa in modo efficace e asciutto: la rovina del Palazzo Bovieri, nel pieno del centro storico di Ceccano, un biglietto da visita per la città almeno per chi la vede, proveniendo da Frosinone, a 20 metri di distanza dal castello dei Conti, esprime in modo chiaro le vicende di una classe politica, senza distinzioni di parte, che non riesce ad affrontare le questioni serie della vita dei cittadini ma si lancia in iniziative, che spesso non apportano miglioramenti nella vita quotidiana. Quella rovina è lì dall’inizio degli anni 80. Le travi di cemento che sono lì da più di 40 anni testimoniano l’intervento urgente con cui l’allora amminsitrazione del sindaco Loffredi mise in sicurezza, come si dice oggi, evitò, cioè, il crollo del Palazzo Bovieri, incombente sulle abitazioni sottostanti. Fu una decisione che suscitò un notevole dibattito, sulla sua opportunità, perché, per far fronte all’emergenza, si dovettero sottrarre risorse ad altri impofrtanti servizi comunali. L’icasticità della foto pone di botto un problema: possibile che in 40 anni non si sia trovata una soluzione per coprire quell’obbrobrio che presenta Ceccano al mondo? E’ il leit motiv che accompagna la raccolta di articoli che seguono la vita politica di Ceccano dal 2012 ad oggi e che sarà presentata a giorni al pubblico: la questione di Acea, l’ospedale, l’inquinamento, la schiuma, la puzza, la cementificazione del territorio, il consumo di suolo come si dice oggi, il mercato, l’incapacità degli enti locali dello stesso territorio da far fronte comune per acquisire forza rispetto ai grandi soggetti che decidono della nostra vita, raccontano di una decrescita infelice di una città che meriterebbe un deciso cambio di passo da parte di tutte le forze politiche, oggi perseguitate dalla sindrome della casacca da indossare per i prossimi appuntamenti elettorali. La raccolta di Loffredi suscita amare considerazioni, soprattutto nell’analisi che egli riporta sugli spasmi della sinistra litigiosa, ma fa cogliere anche qualche barlume di speranza soprattutto in quel consistente numero di giovani che, nonostante tutto, ha deciso di interessarsi un po’ di come viene amministrato il loro paese.

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