Un’analisi a campione condotta dall’Arpa sulla qualità delle acque sotterranee nello scorso dicembre ne aveva accertato il forte inquinamento, con valori quasi 100 volte superiori al consentito. Alcuni mesi dopo, un’ordinanza del sindaco di Ceccano ne aveva proibito ogni uso, compreso quello irriguo e anche per l’alimentazione animale. Sempre su indicazione dell’Arpa, l’ordinanza fissava il limite del divieto in un raggio di 500 metri dal punto di prelievo che si trova a pochi metri dal ponte dell’autostrada sulla provinciale Ceccano Arnara, in contrada Acquasanta. Vuol dire una zona che va dallo Sterparo a via Ponticino. Palazzo Antonelli però non rendeva noto il divieto di attingimento, che riguardava un numero considerevole di famiglie, che, per lungo tempo, hanno dunque continuato tranquillamente ad innaffiare zucchine e pomodori con l’acqua inquinata. Ad oggi non risulta sia stato affisso un qualunque avviso nei negozi della contrada, né tantomeno sulla bachecha proprio sotto il ponte autostradale, né siano stati avvisati personalmente almeno i proprietari dei pozzi registrati nel catasto comunale. L’ordinanza non si trova più neppure sull’albo comunale. Significa che l’acqua è tornata ai valori normali? Non sarebbe il caso di informare la popolazione residente se può innaffiare o meno i pomodori e farli mangiare ai nipoti? Sono state ripetute le analisi dell’Arpa? Hanno dato risultati differenti rispetto a quelli di dicembre? E’ una vicenda con aspetti troppo importanti per la vita delle persone per mantenere i cittadini completamente all’oscuro di quanto accade.

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