Tutti, almeno quelli della mia età, hanno in mente la data di oggi: la imparavamo dal canto del Piave, che proprio nella prima strofa fissa la data di inizio di quella “inutile strage” che sarebbe costata all’Italia 600 mila morti ed oltre un milione di feriti. In ricordo di questo numero inverosimile di vittime, 20 anni dopo di gran lunga superato da quello della Seconda Guerra Mondiale, ogni cittadina in Italia edificò mausolei, monumenti, edicole votive. A Ceccano realizzarono un’Esedra d’Onore al cimitero monumentale, in cui venivano tumulati soldati e vittime dei conflitti bellici: da anni è nel più totale abbandono, probabilmente la maggioranza dei Ceccanesi neppure la conosce. Si distinguono, in parte, soltanto 5 lapidi ma potrebbero essercene altre che varrebbe la pena riscoprire ed onorare degnamente. Le sepolture, che ancora si leggono un po’, raccontano della maestra Bice Cannata, uccisa nella battaglia di Ceccano il 28 maggio 1944, e poi dell’artigliere ventiduenne Dario Ugo Tanzini, morto in prigionia in India, il 26 luglio del 1941, o del sergente Peruzzi, morto in Russia a 25 anni ed altri ancora di cui non si riesce a leggere quasi nulla. Perché non provare a pulirla, almeno?

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