Innanzitutto bisogna sgombrare ogni equivoco: Franz il lanzo è un eponimo, serve a dare il nome a qualcosa. Non alle città o agli anni come avveniva nell’antichità ma in questo caso ad un fenomeno. Di Franz il lanzo, di lanzichenecchi, purtroppo ce ne sono tanti, pronti a scatenarsi nel vandalismo più ingiustificato. E stavolta Franz s’è andato a divertire, perché il suo è un divertimento, non sa cos’altro fare per sfuggire alla monotonia e alla noia, davanti a santa Maria e fiume e lì s’è divertito, appunto, a scavare le fioriere, a buttar via i fiori, a rovesciare la terra, che soltanto pochi giorni fa era stata sistemata dagli scout. Franz è così: non accetta che ci siano altri che fanno cose buone. Deve farsi notare per la sua forza distruttiva che si accanisce contro cose che non sono capaci di difendersi. Sì, in Franz c’è anche una buona dose di vigliaccheria: ma Franz è un nostro figlio, uno che va a scuola, che magari fa anche corsi extrascolastici e sport, va in palestra, va alle feste, forse anche in parrocchia. Però poi s’annoia e allora si sfoga sulle panchine, sulle fioriere, sulle staccionate, sui pali… su tutto ciò che non può difendersi. Franz è fra di noi, non è un problema di carabinieri: per farlo smettere ci vuole l’impegno di tutti, a cominciare dai genitori.

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