di Gianluca Masi, astronomo
Benvenuta primavera: salutiamola con alcuni tra i versi più alti della letteratura italiana. Alle ore 22:24 di oggi, 20 marzo 2023, il Sole, nel suo moto apparente tra le stelle lungo l’eclittica (ovvero la proiezione in cielo dell’orbita della Terra), incrocia da Sud verso Nord l’equatore celeste (ossia la proiezione in cielo dell’equatore della Terra). Un evento importante, che segna l’arrivo astronomico di una nuova stagione: la primavera per l’emisfero nord (che dunque congeda l’inverno), l’autunno per l’emisfero australe (che lascia l’estate alle sue spalle). Come suggerisce la sua etimologia (dalla locuzione aequa nox, cioè “notte uguale (al dì)”, derivata dal latino aequĭnoctĭum), all’equinozio il centro del disco solare rimane per lo stesso numero di ore sia sopra che sotto l’orizzonte: una “equa” spartizione tra dì e notte, al netto dei crepuscoli, del lento moto apparente del Sole (che non si ferma all’equinozio!) e della rifrazione atmosferica. Da questo momento, l’emisfero nord vedrà il Sole presente sempre più a lungo sopra l’orizzonte, fino al culmine del solstizio di giugno, quello d’estate. Per l’emisfero australe, sarà la notte ad andare in crescendo, verso l’inverno. Al polo nord, poi, inizia il lungo dì artico, al polo sud, invece, l’interminabile notte antartica.
Agli equinozi, inoltre, il Sole sorge esattamente a est e tramonta perfettamente a ovest. Sempre agli equinozi, sono più rapidi i tramonti e le albe, riferendosi al tempo necessario per vedere (s)comparire l’intero disco solare.
La cultura popolare colloca l’equinozio di primavera boreale al 21 marzo, ma a causa dei reali meccanismi astronomici sottostanti, che si fanno intravedere nella convenzione degli anni bisestili e del loro computo (tema questo che ci ricorda della Riforma del calendario operata da Papa Gregorio Decimo Terzo ed entrata in vigore il 4 ottobre 1582, proprio per riallineare il calendario e le esigenze liturgiche – in primis la data della Pasqua – ai movimenti del cielo), lo vedremo accadere il 20 marzo fino al 2047. Nel 2048 avremo l’equinozio primaverile addirittura il 19 marzo; dopo di allora e fino al 2101, esso oscillerà tra 19 e 20 marzo, finalmente nel 2102 sarà di nuovo il 21. Questo vale per il nostro fuso orario.
Astronomicamente, quello di marzo è l’equinozio vernale, dal celebre punto vernale, noto anche come punto gamma o primo punto d’Ariete (dall’omonima costellazione zodiacale): anticamente, quando venne calibrato lo Zodiaco, in questa data il Sole entrava nella costellazione dell’Ariete (al giorno d’oggi il punto gamma si trova nei Pesci, pronto a sconfinare nell’Acquario, per via della Precessione degli Equinozi scoperta da Ipparco di Nicea).
Tra le infinite citazioni di questo momento astronomico, vogliamo ricordare quella, altissima, nella Commedia di Dante, che troviamo nel I Canto del Paradiso, ai versi 37-42:
“Surge ai mortali per diverse foci
la lucerna del mondo; ma da quella
che quattro cerchi giugne con tre croci, 39
con miglior corso e con migliore stella
esce congiunta, e la mondana cera
più a suo modo tempera e suggella”. 42
Un lirismo straordinario per celebrare il fatto che il Sole, all’equinozio vernale, si trova là dove si incrociano eclittica, equatore celeste, coluro equinoziale e orizzonte (quest’ultimo partecipa nel momento in cui il Sole sta sorgendo, come vuole Dante nei citati versi).
Buon Equinozio Vernale a tutti!

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