L’assessore all’ambiente del comune di Ceccano interviene ancora una volta sugli aumenti della tassa sui rifiuti (TARI), che in questi giorni arriva nelle case delle famiglie dei ceccanesi, con maggiorazioni rispetto allo scorso anno tra il 10 e il 20%. Dopo aver ricoperto di nuovi epiteti questo semplice blog, che è invece espressione soltanto di chi vi scrive, Del Brocco afferma che gli aumenti non sono stati decisi da noi, culturalmente e politicamente quelli delle tasse sono il Pd e la sinistra. Da che mondo è mondo. Il centrodestra prova in tutte le maniere ad alleggerirla la pressione fiscale. Dal
Governo in giù. Chi avrebbe dunque deliberato le nuove tariffe della TARI? Nelle bollette pervenute ai cittadini si legge che “le tariffe sono state approvate con deliberazione del consiglio comunale n. 23 del 27 maggio 2022“. Misteri di Palazzo Antonelli. Del Brocco, però, introduce qualche altro particolare per conoscere un po’ meglio come funziona la raccolta dei rifiuti a Ceccano. Intanto apprendiamo subito qualcosa sulla plastica che manca completamente nel catasto dei rifiuti, per quanto riguarda la cittadina vetuscolana, almeno dal 2017, quando se ne raccolsero più di 450 tonnellate: negli anni successivi fino al 2020, nulla, come più volte evidenziato proprio su questo blog. Per Del Brocco con la plastica raccolta dai ceccanesi il comune incassa 30000 euro: con gli aumenti ai quali dobbiamo far fronte, non si percepisce nemmeno, commenta l’assessore. Saremmo comunque curiosi di sapere quanta se ne raccoglie e a che prezzo viene venduta, come pure per tutti gli altri prodotti faticosamente differenziati. Secondo il Catasto dei rifiuti dell’ISPRA, nel 2014 il comune di Ceccano arrivò a raccogliere oltre 720 tonnellate di plastica; da un breve giro su internet, il prezzo di mercato della plastica da riciclare è attorno ai 110 euro a tonnellata. Forse qualche dato in più non guasterebbe.
La questione della gestione dei rifiuti – continua l’assessore eponimo – è molto più complessa e fa sorridere sentirla sulla bocca di tanti, di troppi, che ancora fanno fatica, ahinoi, a capire la differenza tra plastica e alluminio, tra carta e tetrapak. E poi, l’assessore Del Brocco ci svela un segreto: Se il costo di smaltimento di una tonnellata di umido è passata da 80€ a 140€ perché non abbiamo impianti di trattamento in provincia, secondo lei è possibile che si possa diminuire le bollette? Se una tonnellata di indifferenziata è passata da 100 a 160 è possibile diminuire le tariffe? No. Non lo è, conclude Del Brocco.

E poi l’assessore affonda sugli impianti di riciclaggio: Per questo andrebbero fatte politiche regionali diverse da quelle del “no” sempre e comunque a nuovi impianti, perché è tanto bello bloccare lo sviluppo e ergersi ad ambientalisti da cortile, ma poi se lievitano i costi, saranno sempre i cittadini a pagarli. Anche i virtuosi ceccanesi che differenziano al 72%.
Ora, dopo avergli dato lo spazio richiesto, pur se il suo intervento era già disponibile ampiamente sui social, chiedo aiuto, però, all’assessore: può ricordare a me e ai 25 lettori di questo povero blog quali comuni abbiano detto no agli impianti di riciclaggio che sono in programma sul nostro territorio? Io ne ricordo tre: Anagni, Patrica e Frosinone, il quale ultimo però sembra aver cambiato idea con il nuovo sindaco. Ceccano non potrebbe sollecitare quei sindaci perché si rendano conto di quanto quegli impianti siano importanti per la vita di tutte le famiglie?
Excusatio non petita, accusatio manifesta.
Ma tu, Peter, ancora trovi interesse nelle esternazioni di questo fenomeno?
se la TARI è stata aumentata dalla sinistra secondo Del Brocco , il potere politico attuale poteva comunque ridimensionarla.