Non si può più aspettare: da anni migliaia di cittadini di Frosinone, Ceccano, Patrica, tutti coloro che lavorano nell’area industriale di Frosinone, chi va nei centri commerciali o nei fast food, o nei tanti esercizi che si trovano nella zona attorno al depuratore dell’Asi, subiscono la puzza che, spesso, raggiunge livelli insopportabili per la respirazione. Le denunce dei cittadini si cumulano una sull’altra, mentre le autorità responsabili sembrano insensibili. Ora si è appreso che i carabinieri forestali hanno arrestato i vertici dell’AEA, l’azienda che, per conto dell’ASI, gestisce il depuratore di Ceccano, per gravi reati ambientali commessi nel depuratore del Cosilam a Cassino. Inoltre, si sa che presso la procura della Repubblica di Frosinone sarebbe aperto un procedimento simile nei confronti della dirigenza della stessa azienda, su denuncia delle forze di polizia. In più, da notizie di stampa, si apprende che alcune intercettazioni telefoniche mostrerebbero come l’interesse dell’azienda appaltatrice nella gestione del depuratore di Ceccano sarebbe fortemente diverso da quello della difesa dell’ambiente. Se la notizia fosse vera, come riportato dal sito Etrurianews, ci troveremmo di fronte ad un reato molto grave, perpetrato con continuità ai danni della salute dei cittadini. Intanto a Ceccano la politica prova a muovere qualche passo per sensibilizzare le autorità competenti, rivolgendo accuse pesanti alla gestione del depuratore dell’Asi di Frosinone.

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