Un’altra bruttissima giornata per l’ambiente della Valle Latina: le persone che abitano attorno al depuratore dell’Asi e dell’area commerciale sono costrette a chiudere le finestre nonostante il caldo. Sono invasi dalla puzza merdosa i quartieri Aeroporto, Colle Timio, Corso Lazio, via Fabi, Pratillo, e a volte, a seconda di dove soffia il vento, anche la variante Casilina, a Frosinone, La Botte, Cantinella, Colle S. Paolo a Ceccano, dove spesso vengono raggiunti anche i quartieri centrali della città, e poi tutta la parte bassa di Patrica. Una vera e propria emergenza ambientale che sembra trovare insensibili tutti coloro che invece dovrebbero provvedere alla salute pubblica: i sindaci, i magistrati, i carabinieri, l’amministrazione provinciale, la regione, anche le associazioni ambientalistiche sembrano avere le armi spuntate. Sono passati più di tre anni dalle manifestazioni attorno al depuratore dell’ASI che finalmente si mise in moto per cercare di abbattere quella puzza terribile che viene dalle sue vasche. Oggi il Consorzio per l’area industriale tenta di passare come capace di rispondere alle esigenze della lotta all’inquinamento, anche in maniera innovativa, senza però fare ammenda per gli enormi ritardi che hanno connotato la sua azione. Alla puzza che normalmente alligna su queste aree si aggiunge in questi giorni il fenomeno della morìa dei pesci nel Sacco, fenomeno ricorrente, dovuto sia all’inquinamento chimico ma anche alla poca ossigenazione dell’acqua.

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