di Gerardo Masi*

In un recente intervento sull’economia ceccanese, esprimevo preoccupazione per le migliaia di partite IVA locali costrette a rimanere inattive in seguito alla pandemia da Covid; mi auguravo però che il nostro comune non appartenesse a quelli che, ai fini del bilancio preventivo anno 2021, avevano deliberato tariffe ed aliquote dei tributi locali (IMU TARI ecc) più o meno confermando quelle vigenti.
Tutto quanto per ricordare che le attività produttive locali versano già da tempo in condizioni di affanno nel loro percorso di redditività, soprattutto quelle di più recente costituzione, formate spesso da giovani che non hanno trovato altro sbocco occupazionale; in tale situazione queste attività non sono in grado di corrispondere alcun tributo all’Erario.
Purtroppo devo constatare che il Comune di Ceccano, sicuramente per motivi di un bilancio certamente non brillante, ha confermato, più o meno, tutte le aliquote e le tariffe precedenti.
Occorre allora ricordare che la capacità di previsione è sempre più facile della capacità di riscossione, e questo fatto è spesso la causa della endemica fragilità dei bilanci di previsione degli Enti Locali.
A tal proposito, in una breve analisi del bilancio preventivo in questione, si osservano le conseguenze di quanto sopradetto: l’importo dei RESIDUI ATTIVI PRESUNTI AL 31.12.2020 riferito alle Entrate Tributarie Proprie, costituisce la parte più importante del totale dei RESIDUI ATTIVI PRESUNTI; si deduce che i crediti non ancora incassati derivano dalla preoccupante condizione FINANZIARIA ED ECONOMICA DELLA CITTADINANZA CECCANESE.
La situazione descritta ripropone l’annoso discorso dei residui attivi e passivi di cui sono spesso afflitti gli enti locali, e da cui maggiormente derivano i dissesti finanziari dei comuni italiani. Occorre un continuo controllo sui conti suddetti ed una analisi per ognuno dei relativi componenti, risalendo alla causa della loro nascita ed alla loro evoluzione nel tempo, non trascurando i soggetti e i settori attraversati nel loro percorso.
Termino augurandomi che la nostra cittadina saprà trovare in sé la forza di rialzarsi non solo da questa pandemia, ma da una situazione di lento declino economico e demografico che da anni la caratterizza.
*commercialista
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Tutto condivisibile, con la precisazione che il “declino demografico” non è certo solo un fenomeno ceccanese, visto che praticamente tutti i Comuni della Provincia, incluso l’orrido capoluogo, subiscono da anni lo stesso decremento numerico. Mi pare faccia eccezione solo Cassino.