di Gerardo Masi*
La situazione economica nella nostra provincia, ed in particolare nella Città di Ceccano, desta preoccupazione. A risentire gli effetti della pandemia sul nostro tessuto produttivo, tessuto che già stentava negli anni precrisi, sono risultati tutti i settori, a cominciare dall’edilizia, ai trasporti, ai servizi in genere, all’artigianato, all’industria, alla agricoltura ecc.

Naturalmente tutto con il naturale riflesso sull’occupazione, i cui numeri non possono ancora essere letti con certezza in quanto nascosti dal vigente divieto di licenziamento. Il fenomeno descritto spiega quanto sta accadendo in Italia in termini di manifestazioni, anche preoccupanti dal punto di vista della tenuta sociale; parliamo soprattutto di cittadini che non hanno alcuna tutela sindacale come i cosiddetti “autonomi” i quali, negli ultimi quindici mesi hanno vissuto senza alcun reddito, se si escludono quei pochi euro ricevuti a titolo di bonus o fondo perduto.
Questa realtà, costituita anche nella nostra città da migliaia di unità registrate presso la Camera di Commercio, e altre di natura professionali iscritte in Albi ed Ordini, guardano con preoccupazione il loro futuro e gli enti pubblici di riferimento. Purtroppo alcuni ultimi fatti accaduti in sede di approvazione dei Bilanci di Previsione 2021 degli Enti Locali, NON VANNO NELLA DIREZIONE SPERATA; mi riferisco ad esempio al Comune di Milano: il suddetto Comune ha di fatto inserito nelle proprie Entrate Tributarie previste, TARI ecc, importi “oltremodo ottimistici”, senza tener conto di quanto seria sia la situazione creatasi. I REVISORI del Comune hanno di fatto “bocciato” il Bilancio in discussione per mancanza di attendibilità in quanto, considerando le entrate e la lotta all’evasione come in un “normale periodo”, pure senza aumento delle stesse, non rispetta i principi di equilibrio economico-finanziario-patrimoniale.
Termino, augurandomi che la stessa cosa non sia avvenuta nel Bilancio di previsione del nostro Comune, poiché in caso diverso, le numerose attività citate, già stremate dagli eventi, non sarebbero in grado di pagare le tasse comunali neanche per gli stessi importi degli anni precedenti.
*dottore commercialista
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