In un commento al post con cui si evidenziava il radiicale cambiamento di paesaggio attorno alla Chiesa della Madonna delle Grazie, in via Gaeta, l’assessore Gizzi, responsabile delle cultura nella giunta Caligiore, accusa le Amministrazioni di sinistra che negli anni 2007-2012 hanno favorito la cementificazione selvaggia del territorio. E pone una domanda: come mai mentre in tutta Italia le costruzioni di immobili sono in crisi, Ceccano è in controtendenza, con vari costruttori non di Ceccano impegnati a reperire pure piccolissimi pezzi di terra, per costruire decine di palazzi in cemento. Il Sindaco Ciotoli – continua Gizzi – aveva lanciato uno slogan sulla necessità di aumentare gli abitanti di Ceccano! Resta il fatto che molti stabili sono rimasti inabitati, orribili ecomostri sul territorio. Ma la Procura della Repubblica non potrebbe intervenire, iniziando a verificare il perché della deroga alle costruzioni, autorizzata su tutto il territorio, interpretando una norma del Piano Regolatore e verificando da dove vengano tutti i soldi investiti? Si tratta di considerazioni gravi, soprattutto perché pronunciate da un amministratore in carica. Rimane però una domanda: perché le amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi anni non hanno inserito vincoli paesaggistici sui beni culturali e naturalistici della città? Davvero non c’era nulla da fare contro la cementificazione? Non si poteva imporre ai costruttori una struttura maggiormente rispettosa del paesaggio e del bene culturale? Fra l’altro, quella chiesa in via Gaeta aveva ricevuto un altro colpo qualche anno prima, con un manufatto in cemento armato costruito proprio alle sue spalle e mai completato. Ne parlammo qui nell’ormai lontano 2016…

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