di Simone Esposito
Chiunque abbia anche solo distribuito un pacco di pasta in parrocchia sa che il punto non sono gli italiani o gli stranieri: sono i poveri. I poveri sono difficili. I poveri non ti dicono: grazie, quanto sei bravo. Non si fidano. Puzzano. Sono scostanti. Sono violenti. Non ci credono, quando qualcuno li guarda come fratelli, perché hanno dietro una vita intera che li ha trattati come uno zero. E le coltellate sono il frutto avvelenato della malapianta di quel disagio straripante di cui non frega niente a nessuno, basta che non pisci sui nostri marciapiedi. Nella sua solitudine, nella solitudine di quelli come lui, don Roberto Malgesini lo sapeva bene cosa rischiava. Ed è morto semplicemente perché sapeva pure che per essere cristiano fino in fondo non si può strappare dal Vangelo la pagina in cui c’è scritto: non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici. Noialtri facciamo ancora in tempo a riattaccarla, quella pagina.

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