L’hanno scoperta per un viaggio ottenuto come premio della laurea di uno dei due: ora l’Africa è la loro passione, non l’abbandoneranno più. Valentina Alessandrini e Pierfrancesco sono fidanzati, entrambi medici, engtrambi ex alunni del Liceo di Ceccano. Ecco la loro Africa:
Il Kenya è ricco di luoghi incantevoli che ci hanno colpito per la natura incontaminata e per l’acqua cristallina dell’oceano indiano la quale lasciava trasparire le risorse del mare (stelle marine, coralli e pesci).
La cornice di questo fantastico scenario è stata l’incontro con la società e le persone del posto.
Abbiamo visitato un villaggio africano nei pressi di Watamu, nel quale le abitazioni erano capanne costruite con fango, pietre e legno senza alcun arredamento ed abitate in media da famiglie di 12 persone.
Una volta abbandonata la macchina, siamo stati accolti da numerosi bambini: alcuni vestiti altri coperti da un singolo capo di abbigliamento. Con l’aiuto della guida, dopo averci illustrato le loro abitudini ed informato che gli abitanti effettuano un singolo pasto al giorno (se sono fortunati), abbiamo comprato e distribuito della farina alle famiglie del villaggio insieme a medicinali.
Nei giorni successivi abbiamo visitato una piccola scuola con muri in fango e qualche apertura per far entrare la luce mentre la terra rossa battuta compone il pavimento su cui loro camminano scalzi. Dopo averci mostrato le 3 classi ed il loro impegno nello studio e nell’apprendimento con canzoni e recite in più lingue, seppur privi di materiali e strumenti adeguati, abbiamo donato quaderni, colori, matite e gomme. La maestra, informata della nostra professione medica, ci ha fatto presente che tutti i bambini della scuola erano orfani di genitori deceduti per AIDS, patologia che insieme alla malaria risulta essere molto frequente e difficile da affrontare.
Tutto questo, molto lontano da ciò che noi abbiamo nelle nostre scuole, nelle nostre case e nelle nostre vite, contrastava con il loro stato d’animo tanto da mostrarsi sempre sorridenti e pronti al saluto. Rimangono impressi nella nostra mente: i loro sguardi, il loro benvenuto, gli abbracci, pur essendo completi estranei, ed il saluto “Jambo” urlato anche per le strade al passaggio della nostra jeep.
Siamo rimasti davvero colpiti dal loro calore e dalla loro felicità non compensata da beni materiali ma, forse, da valori che spesso noi, che abbiamo tutto e che neanche immaginiamo cosa sia una vita senza un cellulare, alimenti, corrente ed acqua, perdiamo.


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