
Il viaggio che dal 3 al 5 febbraio ha condotto papa Francesco ad Abu Dhabi – prima visita di un pontefice negli Emirati Arabi Uniti – ha avuto un culmine inatteso: insieme ad Ahamad al-Tayyib, Grande Imam di Al-Azhar, la moschea-università del Cairo, punto di riferimento dell’islam sunnita e quindi di un’ampia maggioranza dei quasi due miliardi di musulmani nel mondo, il Papa ha sottoscritto il Documento sulla fratellanza umana (disponibile in <www.vatican.va>). Entrambi erano stati invitati dalle autorità degli Emirati nel quadro delle celebrazioni dell’Anno della tolleranza e per benedire la prima pietra di una moschea e di una chiesa che saranno costruite l’una accanto all’altra. Inoltre, è stato loro consegnato il “Premio della Fratellanza Umana – da Dar Zayed”, istituito per «onorare tutti coloro che lavorano senza sosta e con onestà per unire la gente». Alla cerimonia della firma hanno assistito circa 500 leader religiosi non solo musulmani, come ad esempio il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (l’organizzazione che riunisce oltre 350 Chiese ortodosse e protestanti), esponenti ebraici e di altre religioni. Molti altri leader religiosi di tutto il mondo hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa. Si è trattato quindi di un vero e proprio incontro interreligioso ai massimi livelli, svoltosi su iniziativa musulmana. Non è dunque solo la Santa Sede a farsi promotrice di occasioni di questo genere.
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