di Alessandro Franzi
Una volta i papi venivano contestati da sinistra. Francesco viene attaccato da destra, e questo fa scalpore tanto quanto la sua determinazione a non cambiare rotta. Viene attaccato perché non difenderebbe quelli che il suo predecessore ancora vivente, Benedetto XVI, definiva valori non negoziabili. E perché, sempre rispetto all’altro pontefice, ha una posizione di maggiore apertura sull’immigrazione e il rapporto con l’Islam. Ma la Chiesa cattolica “non è più divisa di quanto lo fosse prima, siamo nella tradizione, solo che la divisione è più manifesta”, risponde a Linkiesta Luigi Accattoli, storico vaticanista del Corriere della Sera, oggi in pensione ma ancora collaboratore del quotidiano di via Solferino. La bandiera di papa Ratzinger sventolata dai tradizionalisti contro papa Bergoglio ha dunque maggiore peso nella discussione politico-mediatica, secondo Accattoli, che non all’interno della Chiesa. “L’attuale papa – dice – non può essere considerato rinunciatario sugli elementi canonici dell’identità cattolica, ma è considerato tale quando si guarda ai risvolti politici della sua azione”. E se il pontificato di Francesco avrà successo, il prossimo Conclave non potrà non tenerne conto.
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