di Shadi Hamid per Lavoce.info
Nella teoria e nella pratica, l’Islam ha dimostrato una forte resistenza alla secolarizzazione, persino (o in particolare) in paesi come la Turchia e la Tunisia dove i tentativi di renderlo una questione privata sono stati più vigorosi. Come argomento nel mio nuovo libro Islamic Exceptionalism, cosa significa nella pratica il fatto che l’Islam sia anomalo nella sua relazione con la politica?
In quanto liberali occidentali, non dobbiamo necessariamente approvare – né deve necessariamente piacerci – il ruolo prominente dell’Islam nella politica, ma dobbiamo accettare la vita come è effettivamente vissuta e la religione così come è effettivamente praticata nel Medio Oriente e in altre zone. Che forma dovrebbe prendere, però, questa “accettazione”?
Primo, quando i due concetti sono in contraddizione, “accettare” significa dare priorità alla democrazia rispetto al liberalismo. In altre parole, non esiste un vero modo per obbligare le persone a essere liberali o laiche se non lo sono o non vogliono esserlo. Obbligare alla laicità significherebbe avere un approccio accondiscendente e paternalistico verso il Medio Oriente – un approccio che il presidente Barack Obama e altri esponenti della sua amministrazionehanno ripetutamente espresso, e dunque non appartiene solo alla destra.
Se il nostro liberalismo in quanto americani è legato al contesto (siamo cresciuti in una società liberal-democratica), allora anche gli egiziani, i giordani o i pakistani in modo simile saranno un prodotto del loro contesto.
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