Così il presidente Mattarella si è rivolto alle più alte autorità dello Stato, riunite al Quirinale per lo scambio di auguri. Ecco le sue parole:
Averne cura non è un compito soltanto delle rappresentanze politiche o di chi esercita funzioni di governo. La Repubblica vive nei servizi che la sanità e la scuola rendono ai cittadini, nella funzionalità e celerità della giustizia, nel valore della pubblica amministrazione, nell’impegno del mondo del lavoro, nel sostegno alle famiglie, specie se numerose. La Repubblica vive nel suo patrimonio ambientale e culturale: un patrimonio straordinario che talvolta non riusciamo a valorizzare al meglio, ma sul quale stiamo investendo di più, con consenso e attenzione crescenti.
La Repubblica è costituita anche da quei milioni di volontari che contribuiscono a comporre la nervatura e l’anima generosa della nostra società. Senza questa rete di umanità la nostra stessa identità rischierebbe di smarrirsi.
La Repubblica si rinnoverà e prospererà se i suoi cittadini non si sentiranno soli e marginali. La politica, d’altra parte, si è impoverita quando la società non è riuscita a rigenerarla.
Avere cura della Repubblica vuol dire riproporne l’unità con l’intelligenza delle nuove sfide e delle nuove opportunità. Unità tra il Nord, il Centro, il Meridione. E tra le generazioni. Nessuno si salva da solo. Soltanto insieme possiamo affrontare i grandi cambiamenti.
La cura della Repubblica riguarda anche le periferie, che sono i nuovi centri, dai quali passano le grandi questioni antropologiche di questo tempo. Riguarda i quartieri più difficili delle metropoli, dove contrastare il disagio e favorire l’integrazione significa accrescere la sicurezza e far emergere talenti ed energie che altrimenti andrebbero perduti. Riguarda i nostri territori, dei Comuni montani e delle piccole realtà insulari, dove, in ragione della collocazione geografica remota e della modesta densità demografica, oltre dieci milioni di italiani affrontano maggiori difficoltà. Riguarda altre periferie, quelle della società, con la necessità di assicurare vita dignitosa agli anziani, alle persone portatrici di disabilità, ai malati. Riguarda la solidarietà attiva nei confronti della povertà estrema e l’attenzione alle condizioni di vita nelle carceri.
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