di Stefano Pasta
«Accettare la logica dello scontro di civiltà vuol dire fare il gioco dei terroristi». Per Paolo Branca, islamista dell’Università Cattolica di Milano e responsabile della Diocesi ambrosiana per il dialogo interreligioso, gli attentati di ieri sera a Parigi sono «peggiori di quelli di gennaio a Charlie Hebdo non solo per il numero delle vittime: non si tratta più di “cani sciolti”, ma di una strategia di morte ben più organizzata». Certo lo scenario è di guerra, ma «dire che questi fanatici criminali rappresentano l’Islam, ovvero un miliardo e mezzo di persone e quattrodici secoli di civiltà, significa cadere nella loro trappola».
Professor Branca, perché parlare dello scontro di civiltà è fare il gioco dei terroristi?
«E’ quello che vogliono gli jihadisti: affermare che l’Islam è in guerra contro le altre religioni. Ovvero che loro rappresentano i musulmani, all’interno come all’esterno della comunità musulmana. Infatti, la guerra è anche all’interno del mondo islamico: i fatti di Parigi sono gravissimi, ma ricordiamoci che la follia omicida dell’Isis uccide soprattutto musulmani, colpevoli di non accettare che loro – i terroristi – sono i “reali” rappresentanti dell’Islam. In realtà, la maggioranza dei musulmani è sgomenta quanto noi di fronte agli attentati in Francia ».
Rispondi