oltre 100mila gli italiani partiti dal nostro Paese, tre volte in più degli stranieri arrivati da noi. Germania e Inghilterra i Paesi più gettonati, ma cresce anche la Cina.
«Gli italiani non hanno mai smesso di partire, di tornare. E oggi partono ancora, sempre più numerosi». Monsignor Guerino di Tora, neo presidente della Fondazione Migrantes presenta il Rapporto Italiani nel mondo, giunto alla decima edizione. Uno strumento utile per capire quello che accade e per proporsi come «interlocutori attivi nel processo decisionale delle riforme che vanno inevitabilmente pensate e applicate per una società italiana che ha un ineguagliabile passato di mobilità, un altrettanto straordinario presente migratorio e che sicuramente sarà caratterizzata da un significativo futuro migratorio».
I dati dicono che lo scorso anno sono partiti oltre 100 mila connazionali, molti dei quali giovani. All’oltre un milione e mezzo di Neet, cioè di giovani che restano in Italia ma non lavorano e non studiano, ha spiegato Alessandro Rosina, Direttore L.S.A. – Università Cattolica del Sacro Cuore, fa da contrappeso il milione di Expat, cioè di «giovani dinamici e intraprendenti, spesso con alto capitale umano, che hanno lasciato l’Italia per cercare opportunità di ulteriore formazione o miglior lavoro all’estero». In realtà il dato, fornito dall’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) stima in difetto i connazionali di età 15-34 che risiedono in un altro Paese perché in tanti non sono formalmente iscritti. «Di fatto dunque sono oltre tre milioni i giovani under 35, tra Neet e Expat che «sono lontani dalle politiche del nostro Paese e sconnessi dal modello di sviluppo italiano. Potenziali risorse ignorate e inutilizzate».
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