di Alberto Bobbio
«Se la Chiesa è un ospedale da campo, noi parroci siamo gli infermieri». Sorride don Saulo Scarabbattoli, parroco da quasi cinquant’anni della parrocchia del Santo Spirito a Perugia e da venti cappellano della sezione femminile del carcere. Don Saulo è uno dei due parroci (l’altro è don Roberto Rosa di Trieste) nominati dal Papa membri del prossimo Sinodo sulla famiglia. Non era mai accaduto.
– Don Saulo, è stata una sorpresa?
«Diciamo che non me lo aspettavo. Non c’è alcuna ragione particolare perché il Papa abbia scelto me. Sono uno dei tanti, uno che sta nel mucchio degli infermieri».
– Forse proprio per questo Bergoglio lo ha fatto…
«Ringrazio il Papa e spero di essere umilmente utile. Al Sinodo porterò il grido, e magari anche il pianto, delle situazioni che conosco. Io sto infilato in due periferie, dove la famiglia fatica e dove non è facile coniugare verità e misericordia, partendo tuttavia dalla misericordia».
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