di Carlotta Balena
La Vabaduse Väljak, o “Piazza della Libertà” si trova al confine tra la parte medioevale e la parte nuova di Tallinn. E’ lineare, un enorme spiazzo assolato in questa giornata di fine maggio. Tantissimi ragazzi approfittano del sole senza nuvole, evento raro in Estonia, e vanno di skateboard. Questi sono i veri nativi digitali d’Europa: parlando con loro si capisce che sono cresciuti con il mito del team che proprio qui, a Tallinn, ha creato Skype, e con l’idea che l’accesso a internet è un diritto umano. L’Estonia sta crescendo la sua e-generation. Il Paese più digitale del mondo, con una pubblica amministrazione “paperless”, senza carta, e una società dove tutto, dal pagare le tasse al votare alle elezioni, si fa online, per costruire la sua rivoluzione, è partito dalla scuola. “La prima mossa per digitalizzare l’Estonia era ovviamente portare internet ovunque. E le prime strutture dove l’abbiamo portato sono state le scuole”. spiega Andres Kütt, l’ingegnere che è a capo dell’infrastruttura digitale costruita per il progetto “e-Estonia”, cioè il programma messo in piedi per trasformare l’intera società in una e-society, una società dove tutto si può fare attraverso il web. El’istruzione è naturalmente una parte molto importante del progetto. Ci sono riusciti? Sembra di sì: secondo le stime pubblicate dall’Ocse a metà di maggio 2015,l’Estonia è al settimo posto al mondo per risultati scolastici in matematica e scienze (76 i paesi presi in analisi). Le prime posizioni sono tenute dai paesi asiatici, la sesta è la Finlandia, e la settimana è l’Estonia, al secondo posto in Europa. L’Italia è al 28esimo posto. Ma come hanno fatto?
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