Evviva le manutenzioni.
Questo mio commento prende spunto da una fotografia “presa” dal blog del Prof. Pietro Alviti. E’ la fotografia di uno dei tanti allagamenti che interessano ormai con una certa frequenza, più di una zona del nostro paese. D’altra parte dopo un periodo siccitoso e di caldo torrido, i terreni sono secchi, crepati e quando arriva l’acqua non riescono ad assorbirla: allora bisognerebbe controllare in modo periodico i fossi per farla ordinatamente defluire e anche il letto del fiume perché l’alveo può non essere pulito.
Occorre fare la manutenzione.
Questa parola la dice tutta, è antica e moderna, abbraccia numerosissime competenze: la fontana del monumento se intasata deve essere riparata, la fontana prospiciente il Comune di Ceccano se sporca deve essere pulita, l’asfalto va riparato o rifatto, i “sampietrini” che saltano debbono essere ricollocati, l’intonaco di quando in quando ripreso, il legno nutrito e trattato e l’argine ha bisogno di essere controllato e risistemato.
In sintesi la manutenzione riguarda ogni manufatto umano dalla casa più umile al ponte più ardito come quello di Santa Maria, insomma niente può reggere a lungo senza la manutenzione “che è la cura dell’uomo sull’ambiente nel quale vive sia esso naturale che artificiale”.
Bene la foto del post mostra il contrario ed allora bisognerebbe domandarsi sulla base di quale patologia culturale, politico, economico, si è perduta una così elementare cognizione che dovrebbe essere insita nella collettività: se l’argine è ben mantenuto regge alla piena se no si rompe e arriva la piena; se il terrazzamento viene rappezzato, i campi sono bene drenati, i chiusini sono mantenuti puliti dalle foglie e dai detriti, la terra non frana o frana assai meno. Non servono raffinatezze ideologiche o pubblicità dei soliti partigiani politici che inneggiano alle capacità di un Sindaco rispetto ad un altro di fare manutenzione: lo capisce anche Francesco il mio carissimo, amato, stimato nipote di nove anni.
L’invito quindi alla nostra nuova giunta, che tra l’altro si sta muovendo per la conservazione dei beni pubblici con grande efficacia ed energia, è quello di non abbandonare il territorio, non spiaccicarci sopra altro cemento, e di “salvaguardarlo” intensamente.
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