Federica Casalese è l’unico volto nuovo della giunta Caligiore: l’onda del rinnovamento, la cesura si è fermata a lei. Alla giovane rappresentante di Nuova vita, Caligiore ha affidato la delega al commercio. Gli altri sono tutti volti noti: Massimo Ruspandini è stato candidato a sindaco, sconfitto dalla Maliziola nel 2012, assessore provinciale al turismo, nella giunta Iannarilli, ora è assessore ai lavori pubblici e allo spettacolo; Stefano Gizzi, apprezzato studioso della storia di Ceccano ed in particolare di Pio IX, è il nuovo assessore alla cultura, anche lui nel passato è stato candidato a sindaco e più volte consigliere comunale. A lui Caligiore ha affidato la fondamentale delega al bilancio e quella dei rapporti con il consiglio comunale. C’è poi Mario Sodani, insegnante di religione, mai consigliere comunale ma più volte candidato: nella giunta Caligiore si occuperà di pubblica istruzione e turismo. C’è quindi Fiorella Tiberia, unica degli eletti in consiglio comunale: votatissima il 31 maggio, 411 voti, il risultato più significativo fra tutti i candidati, nel passato è stata già assessore ai servizi sociali in una delle amministrazioni di sinistra presiedute da Antonio Ciotoli. Caligiore gli ha affidato la medesima delega. Lascerà lo scranno di consigliere a Michelangelo Aversa, primo dei non eletti della lista Caligiore Sindaco.
Il primo cittadino fabraterno ha mantenuto per sé l’importantissima delega all’urbanistica e quella strategica del personale e della polizia municipale, come anche quelle all’ambiente e allo sport che saranno affidate a dei consiglieri comunali. Rimane lo strano spacchettamento delle deleghe cultura, spettacolo e turismo.
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Come facilmente prevedibile, carissimo, la più volte preannunciata e sbandierata “rivoluzione” caligioriana s’è poi rivelata, come si dice nella capitale, “‘na romanella”.
Di nuovo (forse) la biancheria intima indossata per l’occasione.
Veramente di queste persone solo la Tiberia ha fatto l’assessore a Ceccano. Tutti gli altri non hanno mai amministrato…Un rinnovamento così non c’era mai stato.
Rivoluzionaria davvero sarebbe stata la scelta di competenze forti e convincenti sul piano professionale, che anche stavolta, a mio parere, è mancata del tutto.
E si è preferito, more solito, rimestare la solita sboba sperando ne esca fuori qualcosa di … digeribile.
Bah…
Chiosa finale, perchè poi “ciòdalavorà” : due dei neoassessori, all’epoca consiglieri comunali d’opposizione, passarono alla cronaca per aver bruciato in piazza un libro, gesto che reputo d’una volgarità ed idiozia assolute.
Ed oggi, anno domine 2015, uno dei due (l’apprezzato studioso…) ce lo troviamo come nuovo assessore … alla cultura!
Ai limiti della surrealtà.