Novembre, il mese dei morti. Per la cronaca nera, invece, è sempre il mese dei morti. Il sangue è ormai diventato un compagno inseparabile dei nostri giorni, un ingrediente avvelenato che ci sta facendo precipitare in una spirale analoga a quella della tossicodipendenza: per emozionarci si deve aumentare costantemente la dose. Alla fine di questa china, s’intravede uno stato di anestesia collettiva delle emozioni e dei sentimenti: una società apatica, assediata da una violenza astutamente gestita da un sistema massmediatico ammalato di necrofilia.
Sullo sfondo, sempre più sfocate, restano le domande vere, che ci fanno più paura: che ne è di tutti questi morti? C’è ancora un luogo della memoria, che non troverà mai posto in un microchip, in cui si raccoglie il corteo interminabile di tutte le vite spezzate – più o meno presto, ma pur sempre spezzate – dalle quali la nostra vita in bilico dovrebbe lasciarsi ammaestrare, nel bene come nel male?
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