di Paola Springhetti
Un tema cruciale e urgente come quello della famiglia, dovrebbe coinvolgere in un’ampia discussione non solo i padri sinodali, ma l’intera Chiesa: sacerdoti e laici, parroci e monaci, chiese metropolitane e chiese di campagna, associazioni, movimenti e parrocchie. Non sono sicura che questo stia avvenendo: mi sembra che siamo tutti in attesa di vedere che cosa salterà fuori dal sinodo, tanto siamo il Paese del Gattopardo e anche nella Chiesa siamo ben capaci di far sì che tutto cambi perché nulla cambi. Cosa che mi sembra stia avvenendo puntualmente con papa Francesco: che inviti ad una chiesa aperta, povera e accogliente o che prenda qualche decisione chiara per la riforma della curia e per la sua purificazione, le sue parole e i suoi gesti sono argomento di conversazione più fra i non credenti che tra i credenti, più nei bar che nelle parrocchie, dove la vita continua a scorrere tranquilla e senza scossoni.
Anche per questo io credo che il problema oggi non sia la riforma della curia, ma della Chiesa, della sua struttura e del suo stile di presenza nel mondo. Lo chiede l’urgenza stessa dell’evangelizzazione.
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