E’ scontro aperto nel Pd a Ceccano. Si sente profumo di vittoria e tutti salgono sul carro del presunto vincitore. Sono diventati tutti renziani, mascherano la trasformazione come una sorta di ritorno al passato, forse credendo che il Pd di oggi sia il Pci di Berlinguer: e così si ritrovano insieme giovani appassionati e antichi navigatori del sistema di potere a palazzo Antonelli, ben spalleggiati dall’altrettanto consolidato sistema provinciale che non nega appoggi a nessuno. Il commissario Antonetti, curiosamente definito osservatore in un ultimo comunicato del Pd, avrà il suo daffare nel mettere insieme forze interne tradizionali, sinistra ferroviaria rampante, partito dei geometri che, spaventato da un eventuale contrazione delle opportunità edificatorie, adesso anela al renzismo, giovani che vorrebbero un cambiamento radicale, una cesura con un passato troppo compromesso con gli incarichi e gli appalti di palazzo Antonelli. E poi Antonetti dovrà far rispettare lo statuto del Pd: imporre l’impossibilità di candidarsi oltre i due mandati, chiedere agli eletti di contribuire alle esangui casse del partito… Insomma tutte cose che Renzi pretende come da Statuto e che i nuovi renziani saranno i primi ad ottemperare… E comunque il Pd deve fare i conti con l'”alleato” socialista e con gli altri pezzi della sinistra a Ceccano che magari non si rifugerà sotto le ali del renzismo imperante e governante.
Calgaco e i suoi caledoni vedono marciare ancora le legioni di Agrippa, come le avevano giustamente viste lì, a Castel Sindici nella trionfale ed irenica conferenza stampa di riunificazione della sinistra a Ceccano.
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