di Rossella Lehnus, Infratel Italia
Vedremo ben presto i danni per una generazione che non potrà godere di una preparazione all’altezza del resto d’Europa. Ma sappiamo come rimediare: lo dice “l’Agenda per nuove competenze e nuovi lavori”, della “strategia Europa 2020” e lo spiega nel dettaglio il DEF 2014. Possiamo dare i 30 Megabit a tutte le scuole entro tre anni. Problema: ora sta alla volontà delle Regioni farlo.
La nostra scuola è vecchia e come tutti gli organismi vecchi si muove con lentezza ed è reticente al cambiamento: con l’attuale tasso di diffusione delle tecnologie digitali sarebbero necessari altri 15 anni per raggiungere i livelli di diffusione registrati, ad esempio, in Gran Bretagna, dove l’80% delle classi può contare su strumenti didattici informatici e digitali. 15 anni di ritardo non si recuperano facilmente, anzi si moltiplicano nel tempo con effetti devastanti.
Alla disoccupazione giovanile si deve sommare, dunque, una generazione che non potrà godere di una preparazione all’altezza dei colleghi europei: la competizione globale si gioca su un ring digitale e se noi non abbiamo le competenze e le abilità richieste siamo, un’altra volta e per una ragione in più, esclusi dal mondo del lavoro. Nel 2013, oltre due milioni di famiglie sono sotto la soglia di povertà, in aumento rispetto a cinque anni fa. In base alle valutazioni di Svimez riferite al 2013 il Mezzogiorno si affaccia a una “desertificazione industriale, sociale e umana”: sono meno di sei milioni gli occupati, sempre meno, il pil è crollato del 3,5 per cento e le donne sono le meno lavoratrici d’Europa. Inermi, deresponsabilizzati e ormai abituati, gli italiani continuano a guardare questi dati devastanti: l’Italia cade a picco persa nell’execution di piani mirabolanti, travolta dalle contraddizioni dei mille campanili.
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