Lo afferma l’istituto Toniolo, sulla base di un’indagine statistica; leggiamo da Avvenire: Il lavoro manuale? Per i giovani non ha più una connotazione negativa. Anzi, l’80% sarebbe disposto ad accettarlo, purché discretamente retribuito e con una certa dose di creatività. Colpa della crisi economica che porta a riconsiderare anche occupazioni che una volta si sarebbero rifiutate sdegnosamente? Certamente, visto che i ragazzi trovano spazi sempre più limitati e angusti nel mercato del lavoro. Ma non è solo questo. Per i giovani, infatti, ciò che preme sembra essere soprattutto sfuggire ad un destino di precarietà e di ripetitività, rispetto al quale anche il “vecchio” lavoro operaio o artigiano torna ad esercitare un certo fascino. L’importante è poter esprimere qualcosa di proprio nel lavoro e ricavarne una valorizzazione personale.
Il mutamento nel pensiero di chi oggi ha tra 19 e 30 anni è descritto in una nuova ricerca del “Rapporto giovani”, l’indagine periodica curata dall’Istituto Toniolo in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, condotta su un campione di 1.727 ragazzi.
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