A proposito della chiusura degli uffici giudiziari di Ceccano, riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Filippo Misserville, avvocato
Ho avuto il privilegio, se può dirsi privilegio, di difendere le due persone imputate nell’ultimo processo penale della storia della nostra città. Alla fine di uno dei tanti aspri duelli con il collega Rino Liburdi, difensore della parte civile, il Giudice Di Vito ha dichiarato con tristezza e con un po’ di emozione che le prossime udienze si terranno presso gli uffici del Tribunale di Frosinone. Sembrava la fine di un famoso sonetto di Giuseppe Giacchino Belli, Er Giorno del Giudizzio: “…e come si s’annassi a letto – Smorzeranno li lumi, e bona sera”. Oggi è finita una storia cominciata nel 1870, quando con Regio Decreto fu istituita la Pretura di Ceccano. Comprendo le ragioni della razionalizzazione delle spese che ha ispirato il provvedimento con cui sono stati soppressi molti uffici giudiziari, non solo quello di Ceccano. La chiusura non comporterà grandi disagi economici né logistici, in fondo, e le questioni di campanile appartengono ormai ad altri tempi; però insieme all’ultimo processo penale se ne va un importante pezzo di storia della nostra città, portando via con sé – oltre alle tante vicende umane che ne hanno rappresentato lo spirito più profondo – la vivace intelligenza degli avvocati di Ceccano, ai quali, nell’ambito forense ciociaro, è sempre stata ed è tutt’oggi riconosciuta la tradizionale caratteristica di saper guardare la vita, anche nelle sue pagine più buie, con disincanto, fantasia ed umorismo.
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