La crisi al comune di Ceccano e l’improvviso scioglimento del consiglio comunale, con la venuta del commissario prefettizio senza che ci sia stato alcun tentativo di conciliazione tra le diverse parti in campo, sta avviando un momento di riflessione sulle vere motivazioni dello sfascio della coalizione di sinistra che aveva eletto la Maliziola e che appena un anno fa aveva integrato il Pd, sconfitto nella competizione elettorale.
Una prima questione riguarderebbe una spaccatura interna al Partito socialista nei confronti delle scelte urbanistiche. L’ultima fase dell’amministrazione Ciotoli
aveva mostrato grande propensione al rilascio di corpose autorizzazioni a costruire. Ne sono testimonianza il grande scempio della rupe di sor Lallo, il parco di Castel Sindici, dove l’amministrazione allora in carica non pose alcun ostacolo, pur potendo ricorrere ai vincoli paesaggistici, consentendo così l’edificazione di diverse decine di appartamenti in pieno centro storico; e poi tutta la zona tra via Marano e la contrada Casette, con elevatissimi indici di edificazione. Per carità, tutto regolare, ma sempre nell’ambito discrezionale dell’amministrazione comunale.
Tutta questa furia edificatoria sarebbe stata interrotta dal sindaco Maliziola: numerose sarebbero infatti le richieste di concessione ferme negli uffici comunali. Se questo corrispondesse al vero, allora emergerebbero ragioni ben più forti del semplice litigio accaparratorio sui presunti meriti della vittoria elettorale alle europee. Insomma la Maliziola si sarebbe messa di traverso nei confronti del disegno strategico del partito dei geometri che da tanto tempo presidia Palazzo Antonelli.
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Prendo in prestito una frase di Massimo Troisi ” Voi siete tanti a scrivere e io sono solo a leggervi”. Ecco qui, Pietro Alviti ha saputo leggere il mio pensiero sul piano urbanistico comunale peraltro ribadito nello scritto “Cosa avremmo potuto fare” : EVITARE ALTRO CONSUMO DI SUOLO. Un grazie ad Alviti per aver anche compreso che e’ bello lasciarsi andare alla buona fede ed al buon senso, soprattutto a Ceccano, dove la buona fede e soprattutto il buon senso viene spesso tacciato di furbizia, soprattutto dai furbi.