Cento bambini in fuga dalla guerra


bambidi Mario Calabresi

Parlare di immigrati ormai è diventato difficilissimo, nessuno ha più pazienza d’ascoltare, i più moderati restano in silenzio, gli altri o invitano a rispedire ogni barca a destinazione o a girare la testa dall’altra parte quando fanno naufragio.  La questione è trattata solo in termini economici: prima ci si preoccupa dei costi di salvataggio e accoglienza, poi della minaccia che rappresentano per la sicurezza o per il nostro già disastrato mercato del lavoro. Inutile cercare di discutere razionalmente, guardare i numeri che mostrano che sono molti di più quelli che si stabiliscono in Germania, in Francia o in Svezia. Noi siamo terra di passaggio non meta finale.  Poi leggi il racconto di quella madre che è riuscita a tenere a galla per un’ora il figlio di otto anni, prima di morire all’arrivo dei soccorsi, e senti che qualcosa non funziona più, dentro e fuori di noi. Guardi la foto qui accanto e scopri che su questa barca verde e rossa alla deriva ci sono 133 bambini, che ieri sera sono stati asciugati, rifocillati e hanno dormito sotto una coperta grazie alla Marina Militare italiana che li ha salvati. Sono siriani, in fuga dalla guerra con i loro genitori.   L’operazione Mare Nostrum ne ha salvati 30 mila da ottobre a oggi. Per molti è una colpa, un ponte che andrebbe ritirato al più presto. Ma forse è anche l’unica mano che tendiamo verso una serie di conflitti che non vogliamo vedere.  Il nostro sport nazionale è ripetere ad alta voce che l’Italia fa schifo, che non c’è niente da difendere, che siamo perduti. E se il nostro riscatto stesse nel riscoprire che siamo capaci di umanità? Mi attirerò una bella dose di critiche, ma ho voglia di dire che sono orgoglioso di appartenere a una nazione che manda i militari a salvare le famiglie e non a sparargli addosso.

post originale qui http://www.lastampa.it/2014/05/21/cultura/opinioni/editoriali/un-ponte-di-cui-essere-orgogliosi-XlOGqPI2FxH0QCSmQHp1qM/pagina.html

altre info qui http://www.lastampa.it/2014/05/21/italia/cronache/lodissea-dei-bambini-sul-barcone-alla-deriva-Xh4yZjJsnJk3Pmh14Mh2BP/pagina.html


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2 pensieri riguardo “Cento bambini in fuga dalla guerra

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  1. Forse non è vero che le difficoltà economiche portano ad essere più solidali ma è sicuramente vero che la sola paura di perdere una briciola di benessere causa l’inaridimento dell’anima. Il rischio lo corriamo tutti se non si alzano voci fuori dal coro per mostrare cosa c’è dietro a tanti profughi. Aggiungo però che non può esserci carità senza giustizia. I delinquenti devono essere puniti e poi cacciati.

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