Da oggi, con il protocollo Mibac-Regione Lazio abbiamo uno strumento in più per progettare il paesaggio della Regione Lazio per farne l’infrastruttura più importante a cui legare gli interventi di sviluppo, recupero ambientale e valorizzazione culturale. La sfida da vincere, in collaborazione con i vari livelli istituzionali, è di quelle ambiziose: dare al Lazio un piano paesaggistico regionale entro il 2014. Abbiamo infatti la necessità di procedere speditamente, perché solo con una rigorosa pianificazione le politiche di sviluppo potranno avere degli effetti positivi su imprese e cittadini. Senza dimenticare che il Piano Paesaggistico impedirebbe speculazioni, furberie e irregolarità che per troppo tempo hanno soffocato uno sviluppo sano e sostenibile nostra nella provincia”
Questo il commento di Daniela Bianchi, consigliera regionale del gruppo “Per il Lazio” alla notizia della firma del protocollo tra Regione e il Ministero dei Beni Culturali sul Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, avvenuta questo pomeriggio nella sede del Mibac.
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Per la Valle del Sacco ci vuole un parco agricolo, al fine di salvaguardare il paesaggio agrario rimasto integro con tutte le risorse storiche, archeologiche e culturali in esso presenti. Tutto ciò naturalmente potrebbe portare ad uno sviluppo turistico dell’area. Purtroppo recentemente questo territorio, soprattutto l’Alta e Media Valle del Sacco è stato letteralmente tappezzato di impianti fotovoltaici a terra, che oltre ad aver rovinato il paesaggio, hanno frammentato l”’ecosistema” agrario in modo davvero eccessivo, andando peraltro a compromettere le valenze ambientali di siti stupendi come la Selva di Paliano (ormai praticamente bordata da pannelli fotovoltaici), il Castello di Zancati e il Casale di Santa Maria Goretti: tutti luoghi altamente suggestivi e panoramici, dai quali, purtroppo, non è più visibile una spendida campagna come fino a pochissimi anni fa, bensì distese orripilanti – quanto inutili – di pannelli blu al silicio. Occorrerebbe smantellare e/o dislocare per questi impianti per restituire “respiro” al paesaggio della valle. Inoltre, e questo è scontato, occorrerebbe bonificare il territorio dell’Alta Valle da tutti quegli elementi, come le costruzioni abusive o industriali abbandonate o le discariche – legali e non – che attualmente deturpano il comprensorio. L’area invece intorno a Frosinone è talmente compromessa che il discorso sarebbe ben più complesso. Ma, ripeto, per l’Alta-Media Valle del Sacco, grosso modo fra Genazzano, Paliano, Anagni e la Casilina, con gli interventi di cui sopra, si potrebbe ricreare una vasta area paesaggistica integra valorizzandola sia in chiave agricolo-produttiva che turistico-culturale. Cordiali saluti,
Luca Bellincioni