di Giuseppina Bonaviri –
Non ce la contano giusta i sostenitori del rimpasto di giunta a Ceccano. Vi sono tre indizi che divengono una prova accertata – come sa chiunque s’interessa d’indagini – che sia andata diversamente da come è stata presentata: il mancato coinvolgimento del circolo del Pd di Ceccano, temendo che non sarebbe passata indenne la decisione del rimpasto dimostra quanto contraddittoria fosse l’operazione rispetto a quello che, invece, si andava affermando in campagna elettorale; l’opulenza di autorità a sostegno dell’operazione (il parlamentare europeo De Angelis e il consigliere regionale Buschini) esibito in una conferenza stampa, per proporre scontate promesse di buona amministrazione; il commento della segretaria del Pd provinciale Battisti che con coraggio ha rubricato questo ed altri comportamenti di esponenti del partito di Frosinone nel novero degli insuccessi di un tentativo di rinnovamento ed apertura all’esterno, non dimenticando l’impegno dei giovani democratici e Occupy Pd.
Un vero peccato perché c’è tanto bisogno, invece, di riavvicinare i cittadini ai partiti. L’unico modo per farlo sarebbe iniziare a restituire quel diritto di scelta, tanto gravemente violato con la legge elettorale del Porcellum e con atti di imperio e di autorità, che sviliscono l’attività dei circoli e dei militanti, privandoli di quel potere decisionale su questioni appartenenti squisitamente al loro entroterra. Ferisce ancor più, poi, che le vittime della dura riaffermazione dello status quo siano i giovani e che il danno avvenga per ferire il sano protagonismo delle nuove generazioni, a cui andrebbe tramandato e trasmesso il senso di appartenenza e di identità culturale politica.
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Cara Giuseppina,
circa il mamncato coinvolgimento del Circolo del Pd di Ceccano, ti chiedo un parere, ma non solo il tuo, circa l’anomalia che lo stesso sia condotto da sette persone che senza coinvolgerci ( come a te è noto, la sezione è perennemente chiusa e noi ci siamo adattati a confrontarci attraverso il web) si riuniscono come società segrete per rendere leciti atti, formare comitati e quant’altro senza il supporto degli iscritti e dei simpatizzanti.
Raccolgo comunque con grande tristezza la tua denuncia ” Ferisce ancor più, poi, che le vittime della dura riaffermazione dello status quo siano i giovani e che il danno avvenga per ferire il sano protagonismo delle nuove generazioni, a cui andrebbe tramandato e trasmesso il senso di appartenenza e di identità culturale politica.” invitandoti a non arrenderti ed a farti parte diligente per attività future.
Antonio Olmetti
La storia del barista di Foligno e la sindrome del Consigliere comunale.
C’era a Foligno un bar ubicato nel Corso; il proprietario del bar era una persona mediocre che però aveva una vivace ed estrosa fantasia e un accentuato senso di farsi propaganda per ottenere dalla collettività la preferenza. Il personaggio in questione era convinto che il suo locale aveva una superiorità unica in base al seguente ragionamento: il Mediterraneo è il centro del mondo. L’Italia è il centro del Mediterraneo, Foligno è il centro dell’Italia, il suo locale è al centro di Foligno, il biliardo è al centro del suo locale, il birillo rosso del suo biliardo è al centro del biliardo; da qui il birillo rosso del suo biliardo è il centro del mondo. Occorreva dunque andare nel suo locale in Foligno, giocare al suo biliardo ed apprezzare l’eccitazione di stare al centro del mondo.
Ben pensato, non è vero? Partiva da premesse inesistenti, ma era bene immaginato e lui comunque ne era convinto. Chi di tanto in tanto non cede ad analoghe illusioni?
Credo che la storia del biliardo di Foligno si adatti perfettamente alla sindrome che si sta impossessando di un Consigliere del Comune di Ceccano; questo Consigliere pensa di essere il birillo rosso del biliardo di Foligno e invita gli altri a mettersi intorno a lui e chi non lo fa deve spiegargli “cosa farà da grande” .
Anche se di malavoglia e al solo scopo di curare la sindrome che attanaglia il consigliere, gli proverò ad illustrare cosa “ho già fatto da grande”:
mi sono laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi Roma nel 1977, svolgendo l’attività universitaria in concomitanza con quella lavorativa espletata dallo scrivente dal 1974, presso il Banco di Sicilia; ho conseguito nel 1978 l’abilitazione alla professione di Ingegnere presso l’Ordine degli Ingegneri di Roma; dal 1980 sono iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Frosinone. Divenuto Responsabile dell’Ufficio Tecnico di Roma del Banco di Sicilia, ho eseguito numerose Direzioni dei lavori sotto l’alta visione della Soprintendenza ai Beni Archeologi e Architettonici del Lazio di numerosi interventi di restauri architettonici nei Palazzi Mancini ed Odescalchi di Via del Corso in Roma sedi storiche del Banco di Sicilia; ho curato altresì gli aspetti organizzativi, tecnico-progettuali, tecnico-impiantistici, di sicurezza dei luoghi di lavoro, di prevenzione incendi, di rispetto della normativa sui materiali contenenti amianto nelle Sedi e nelle Filiali del Centro e del Nord Italia del Banco. Nel 1993 sono stato nominato per meriti lavorativi, Commendatore della Repubblica Italiana dal Presidente Scalfaro, nomina controfirmata dal Presidente Ciampi. Nello stesso anno mi sono adoperato per favorire l’avvenuta donazione da parte del Banco di Sicilia, di apparecchiature radiologiche e mediche all’Ospedale di Ceccano. L’attività lavorativa è continuata con eguali mansioni anche nel passaggio dal Banco di Sicilia in Capitalia SpA e poi in UniCredit fino al 2012 anno di pensionamento. Nell’anno accademico 1979-80, ho svolto attività presso l’Università degli Studi di Roma Facoltà di Ingegneria Meccanica, di assistente al Corso di Meccanica applicata alle macchine del Professore Luigi Papa, compianto Preside della Facoltà di Ingegneria di Cassino. Dal 1998 sono inscritto nell’Albo dei Conciliatori dopo averne conseguito l’abilitazione presso la Camera del Commercio, Industria ed Artigianato di Frosinone.
Egregio Consigliere, per parte mia continuerò a fare da grande l’umile operaio nella grande vigna del Signore, ma Lei cosa farà? Ma già Lei è uscito dall’orbita; la legge di gravità per Lei ha cessato di esistere, galleggia nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù.
Antonio Olmetti