Cerroni, vicesindaco: palazzo Antonelli val ben un impegno


malizDetto cio’, a chiare lettere, ribadisco il mio totale disinteresse ad essere nominato assessore. 

Erano queste le parole di Maurizio Cerroni, già sindaco  per due mandati, vero dominus del Pd a Ceccano, avversario della Maliziola nelle elezioni del 2012, e ora pronto ad entrare in giunta infischiandosene degli impegni presi con gli elettori. Al suo posto, in consiglio comunale dove Cerroni siede da forse 30 anni, un altro uomo di esperienza e novità: Giulio Conti.

Maliziola, forse spaventata dalla possibilità di dover lasciare la carica di sindaco,  vien meno all’impegno preso di fronte agli elettori prima del ballottaggio di guidare una giunta tutta nuova senza nessuno degli esponenti delle vecchie amministrazioni, infrangendo le speranze di chi l’aveva votata nel segno della novità e del cambiamento e credeva ancora che resistesse al vecchio sistema di potere della sinistra fabraterna.

Il Pd cessa improvvisamente di essere un partito d’opposizione ed entra in giunta come niente fosse, travolto dalla crisi d’astinenza dal potere di palazzo Antonelli, infischiandosene dei tanti suoi giovani pronti ad innescare un processo di cambiamento e proponendo il ritorno all’antico più antico, come se nel Pd non ci fosse altro.

Alle domande di Calgaco e dei suoi Caledoni che vogliono sapere come possano rappresentare la novità amministratori che siedono su quei banchi da 30 anni e che condividono le responsabilità dei tanti guasti che ci vediamo attorno, tristemente e sconsolatamente non abbiamo saputo cosa rispondere…


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Un pensiero riguardo “Cerroni, vicesindaco: palazzo Antonelli val ben un impegno

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  1. Pietro hai detto “qualcosa di sinistra”; vedi la sinistra è quell’area della politica e del pensiero che cerca di progettare e organizzare il cambiamento di una società: è questa la sua funzione e la sua ragione d’essere. In quest’ottica il verbo “cambiare” deve essere di uso quotidiano tra tutti i militanti. Dire qualcosa di sinistra, dunque, è dire qualcosa che ha come fine “provocare un cambiamento” non avendo paura del nuovo (in caso contrario si è conservatori e per la vecchia distinzione storica tra conservatori e riformisti che ad oggi non ha conosciuto sostanziali smentite, si è di destra).
    Chi è di sinistra, riformista insomma chi è del Pd crede nel cambiamento senza avere paura del nuovo: il mondo deve migliorare e la storia deve andare avanti.
    Fatto salvo quanto sopra, gli attori politici oggetto del tuo scritto, si mettono fuori dal Pd poichè hanno perduto la parola “cambiamento”.
    Antonio Olmetti

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