“Quando la chiesa diventa chiusa, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno, una chiesa chiusa è ammalata, la chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano. Preferisco mille volte una Chiesa incidentata, piuttosto che chiusa e malata”. “Gesù ci dice andate, predicate, date testimonianza del Vangelo”. Lo ha detto il Papa, nella veglia di Pentecoste dedicata all’incontro con i movimenti, le comunità e le associazioni ecclesiali del mondo. Un evento festoso che ha portato in piazza San Pietro 200mila persone, il numero più alto dall’avvento del nuovo Pontefice. “Quello che è in crisi è l’uomo come immagine di Dio, una crisi profonda. In questo momento di crisi non possiamo preoccuparci solo di noi”, ha aggiunto il Papa, che nel suo disocrso ha risposto direttamente ad alcune domande rivoltegli durante la veglia. «Non dobbiamo diventare cristiani inamidati, ma coraggiosi».
“La Chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata, saremmo una vuota rganizzazione”. È il monito che Papa Francesco rivolge in piazza San Pietro ai movimenti che si sono riuniti per la veglia di Pentecoste. “Siate furbi -ammonisce Francesco- il diavolo ci inganna. Dobbiamo invece vivere il Vangelo e dare testimonianza della solidarietà, dell’amore fraterno, della condivisione”.
Un monito del Papa è andato anche alla necessità dell’etica nella vita pubblica: “La mancanza di etica nella vita pubblica fa male all’umanità intera”. E ancora: “Questa è una cris
i dell’uomo, che distrugge l’uomo. Nella vita pubblica, politica se non c’è l’etica tutto è possibile, tutto si può fare. Allora vediamo, leggiamo i giornali come la mancanza di etica nella vita pubblica fa tanto male all’umanità intera”. Un discorso vibrante, quello del Papa, che ha preso spesso le mosse dalla sua esperienza personale, e dai suoi ricordi da giovane (“Nonna ci insegnava il catechismo, ci portava alla processione delle candele. È stata lei ad avermi dato il primo annuncio cristiano”)
.Un passaggio del discorso è stato dedicato alla crisi economica: “La nostra crisi di oggi è che non interessa se la gente muore di fame, se non ha niente. Ci si preoccupa delle banche o della finanza…”., ha detto papa Francesco rispondendo a una delle quattro domande che gli sono state poste dai rappresentanti dei movimenti. “Se cadono gli investimenti, le banche, questa è una tragedia, se le famiglie stanno male, non
hanno da mangiare allora non fa niente: questa è la nostra crisi di oggi”.
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