di Luigi Accattoli
Bellissime parole del Papa nuovo a noi giornalisti nell’Aula Nervi: ha appena spiegato il nome di Francesco e ha esclamato “quanto vorrei una Chiesa povera”. Per il nome ha raccontato che in Conclave aveva accanto l’arcivescovo emerito di San Paolo Claudio Hummes, “caro amico”, che – arrivato lo scrutinio ai due terzi e scoppiato l’applauso – “mi ha abbracciato, mi ha baciato e mi ha detto: non ti dimentichi dei poveri”. Ha raccontato che la parola “poveri” gli è entrata dentro e così gli è venuto il pensiero di Francesco, e poi della pace e anche la pace lo portava a Francesco: “Francesco di Assisi, l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo povero che ci dà questo spirito di pace. Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri”. Quando ci sarà il testo trascritto, lo linkerò, ma volevo subito darvi, in diretta, le parole più vive. – Ora ora ha detto salutando che dà a tutti la sua benedizione, in silenzio, perchè accanto a quelli che sono cattolici, ci sono i non credenti: “Dio vi benedica”. Anche qui ci sarà bisogno di vedere il testo, l’ha detto in spagnolo tra l’altro. Ma ho capito che per rispetto ai giornalisti non credenti non dava la benedizione con la formula liturgica, ma si limitava a un pensiero benedicente affidato al silenzio. Forse questo è anche più straordinario dell’esclamazione sulla “Chiesa povera”. Due doni in una sola giornata.
Qui il link al testo completo.
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