di Antonio Spadaro sj
L’annunzio delle dimissioni di un Papa è una notizia di portata storica. La rinuncia al ministero petrino è una notizia difficilmente addomesticabile. E’ una novità che coglie di sorpresa e sorprende. Ha ragione il cardinal Sodano a dire che si è trattato di un “fulmine a ciel sereno”.
Alcuni hanno sovrapposto a quelle di Benedetto XVI le immagini di “Habemus Papam” di Nani Moretti. Sbagliando completamente, a mio avviso. Perché? Cerco di spiegarlo…
Le analisi saranno numerose e così i commenti e le previsioni. Alcune, come è ovvio, si riveleranno corrette, altre errate. Dopo avere riflettuto “a caldo” mi sento di poter dire una cosa: sbagliano coloro che leggono il gesto del Papa come un gesto di semplice rinuncia a causa della debolezza fisica dovuta all’età. Non credo affatto che la rinuncia al ministero petrino sia da attribuire alla stanchezza o alla depressione o a un senso di inadeguatezza.
1. Il Papa certamente afferma: “sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare il modo adeguato il ministero petrino”. Dice pure: “il vigore, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. Queste parole sono da ricollegare a quanto il Papa aveva affermato nel libro intervista “La luce del mondo” dove aveva affermato che “Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, psicologicamente e mentalmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi”.
Continua a leggere qui http://www.cyberteologia.it/2013/02/commento-alla-rinuncia-al-ministero-petrino-di-benedetto-xvi-le-sfide-dei-rapidi-mutamenti-e-delle-grandi-questioni/
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Lascia un commento