di Paolo Perazzolo per http://www.famigliacristiana.it
Ieri nelle aule del Parlamento europeo si aggirava lo spettro di Marx. A riesumarlo, non qualche anarchico, nostalgico comunista o indignato stile occupy Wall Street, bensì Juncker, primo ministro lussemburghese e per sette anni presidente dell’Eurogruppo, dove ha guidato le riunioni dei ministri economici dell’area euro. In quello che era quasi un discorso di commiato, essendo in scadenza di mandato, e quindi dotato di una certa solennità, il potente politico ha citato il filosofo in maniera molto esplicita: se l’Unione europe non affronterà seriamente la questione sociale e la disoccupazione, prendendo in considerazione anche il salario minimo garantito in ciascun Paese dell’Eurozona,
rischierà di perdere «credibilità e approvazione da parte della classe operaia, per dirla con Marx». E ha concluso con un appello a una maggiore giustizia sociale: «Vorrei che in Europa si facessero sopportare le conseguenze della crisi ai più forti».
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