di Graziano Cecchinato
In prima analisi la Flipped classroom prevede di invertire (flip) i due momenti classici dell’attività didattica: la lezione frontale a scuola (con l’esposizione e l’esplicazione dei contenuti disciplinari) e lo studio individuale a casa.
La quantità di risorse messe a disposizione dalle tecnologie digitali ha reso infatti poco sensato dedicare il prezioso tempo a scuola alla diffusione dei contenuti, mentre diventa molto più importante impegnarlo nella riflessione, nel confronto, nella discussione e nella negoziazione con gli altri, nonché nella messa in pratica della conoscenza. È in queste attività che il docente può svolgere un ruolo di guida molto più proficuo di quello di divulgatore.
Questa inversione, che rimanda ai singoli la fruizione dei contenuti disciplinari è oggi veramente percorribile? La risposta è sostanzialmente positiva, perché da un lato si moltiplicano le iniziative di corsi online, di cui i più celebri sono quelli della Khan Academy (ora tradotti anche in italiano), dall’altro ci sono ormai strumentazioni flessibili e accessibili a tutti per videoregistrare le proprie lezioni. Su entrambi questi punti la relazione di Cecchinato è estremamente puntuale e preziosa, indica le possibilità, ma anche le difficoltà.
Il tempo d’aula, liberato dallo spostamento delle lezioni a casa, permette di cambiare radicalmente l’impostazione dell’attività didattica. Si può passare infatti da una didattica fondamentalmente istruzionista ad una costruttivista e sociale. Ciò che prima avveniva in solitudine può essere svolto in un contesto collaborativo, assistito dalla presenza del docente, e possono finalmente trovare tempo e spazio strategie didattiche riconducibili all’ active learning: dal inquiry learning al problem solving; dal cooperative learning alpeer tutoring. Ed è proprio l’apprendimento fra pari, che può essere considerato centrale e connaturato al nuovo setting d’aula.
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E’ un discorso interessante e sicuramente da appoggiare. Infatti, da casa si può navigare in internet alla ricerca di altre fonti, confrontarle poi con i propri compagni di classe, e crescere culturalmente tutti insieme. Io, come telelavoratore, mi trovo in una situazione analoga, anche se con le differenze del caso.