di Carlo Maria Martini
Tu che hai pianto sulla tua città
guarda al nostro dolore,
alla nostra umiliazione
e alle nostre lacrime.
Guarda a noi che siamo entrati
in quel “tempo di angoscia” di cui parla
il profeta Daniele (12,1), guarda
a questo tuo popolo che sente su di sé
la parola di Isaia su Gerusalemme:
“La testa è tutta malata,
tutto il cuore langue, dalla pianta dei piedi
alla testa non c’è in essa
una parte illesa, ma ferite,
e lividure e piaghe aperte ( Is 1,6).
Perdona, o Signore, l’iniquità del tuo popolo,
cancella tutti i suoi peccati,
rialzaci. Tu che sei la nostra salvezza;
non permettere che l’ odio, le divisioni,
le reciproche accuse ci facciano
dimenticare le cose che ci tengono
insieme: i valori, le memorie,
gli ideali, gli affetti, la fede.
Accogli nella tua pace i nostri morti,
dona ai vivi conforto,
riaccendi nei cuori la voglia di fare il bene.
Tu che hai fatto passare il tuo popolo
In mezzo al muro delle acque, fa che
la morte non uccida la speranza,
che il crollo delle nostre
memorie non uccida i nostri valori, che l’angoscia
non soffochi il gusto della libertà.
Maria, madre di questa nostra terra
e di tutti noi, aprici il cuore
a una fiducia nuova.
( Card. C.M. Martini )
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