di don Mario Aversano

Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.
Qo 3, 1-11
Il tempo mi sfida continuamente. 
Come forza esterna che detta legge.
Come esperienza di consumazione.
Sospeso tra la nostalgia di ciò che è perduto e l’attesa di qualcosa di meglio.
A meno che non si attui una conversione, tocca a me “darmi il tempo”:
a che cosa io decido di dare tempo?
Non è vero che avremmo bisogno di più tempo.
Noi abbiamo bisogno di fermarci.
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