In molti si son chiesti dove fosse la lapide che ignoti hanno trafugato ieri a Ceccano, probabilmente in segno di disprezzo nei confronti delle vittime del terrorismo che quel pezzo di marmo aveva il desiderio di ricordare. In effetti il monumento preso di mira era totalmente sconosciuto ai ceccanesi, posto in un giardinetto isolato a ridosso della circonvallazione Aldo Moro, in quella che una volta a Ceccano era chiamato il mercato dei porci, perché da secoli vi si svolgeva il più importante mercato di suini di tutto il Lazio meridionale.
Le esigenze del traffico, a metà degli anni 70, convinsero il comune a tracciare una nuova strada che proprio dal mercato dei porci, una petraia che, fra l’altro, per la festa di S. Giovanni diventava lo spazio per i “caroselli”, il luna park, arrivasse fino alla via Gaeta, al Rifugio. Ne scaturirono anche dei piccoli giardini, ben poco valorizzati, in cui nel 1980 l’Amministrazione fece erigere un piccolo monumento in memoria di tutte quelle vite stroncate dalla violenza del terrorismo.
Ora quella lapide non c’è più, trafugata o forse distrutta, chissà. Ma chi può aver compiuto un simile gesto: le ipotesi si restringono, grazie proprio alla totale insignificanza del monumento nella cultura dei ceccanesi. I sospetti naturalmente gravitano su chi in quegli anni , che furono definiti di piombo, sosteneva in qualche maniera le “ragioni” dei terroristi, infischiandosene del dolore delle vittime e delle loro famiglie. Abbiamo esempi illustri.
Ed è chiaro che in tempi di crisi qualcuno possa pensare a quei tempi come a momenti eroici invece che alla vigliaccheria di azioni compiute contro persone innocenti. Speriamo che l’amministrazione Maliziola voglia rimettere subito al suo posto la lapide violata.
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