Prende corpo il «Gran Sasso science institute», la scuola di dottorato internazionale che sfrutterà un giacimento della ricerca che ci invidiano in tutto il mondo: i laboratori dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare costruiti nelle viscere del Gran Sasso che ospitano scienziati che provengono da 29 Paesi. E dove ieri è stato presentato il piano strategico del «Gssi» – questa la sigla del nuovo centro d’eccellenza – dai ministri Francesco Profumo (Università e Ricerca) e Fabrizio Barca (Coesione territoriale) e dal governatore dell’Abruzzo, Gianni Chiodi. L’idea è quella di creare un polo d’eccellenza nella ricerca e formazione in grado di attrarre cervelli da tutto il mondo – la «lingua ufficiale» sarà l’inglese – pronti con il tempo a dare vita ad alleanze con le imprese e a una costellazione di start-up innovative su un territorio, quello dell’Aquila, che faticosamente prova a risollevarsi a oltre tre anni dal terremoto. «Questo laboratorio è unico – ha detto, ieri, il ministro Profumo – gli Stati Uniti che avevano intenzione di farne uno hanno deciso di rinunciarci, questo vuol dire che avremo maggiore capacità di attrarre ricercatori giovani ed esperti provenienti da tutto il mondo».
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