Non è il titolo di un nuovo romanzo fanta-non-so-cosa ma una vera e propria maledizione che si è abbattuta sui ceccanesi dopo che il comune ha mandato in pensione il suo unico elettricista, senza preoccuparsi di sostituirlo. Così, ormai da settimane, vie centralissime della cittadina fabraterna vedono man mano spegnersi i lampioni senza che nessuno si preoccupi di sostituire le lampade e fare manutenzione. Così via S. Giovanni, via Ospedale Vecchio, via Cavour, Piazza Mancini, via Boschetto, via Aia del Tufo, via Madonna del Carmine, via Fabrateria Vetus, la stessa Piazza XXV Luglio sembrano quelle strade delle città sovietiche dopo il crollo del regime: sprofondano mano mano nel buio della notte invernale. Nessuno si occupa più dell’illuminazione pubblica: ecco che quell’atto notorio, che il nostro laborioso e solerte ex dipendente comunale amava bestemmiare per evitare magari di offendere e per un rito apotropaico contro i capricci delle misteriose lampade cittadine, ora incombe, vera maledizione, sui ceccanesi del centro urbano che invece osservano illuminate appieno strade come via Pedemontana o via Cardegna, o via Due Cone, notoriamente (è il caso di dire…) centro del passeggio cittadino. Ridateci Nicolìa, richiamatelo in servizio perché maledica l’atto notorio e con la sua autoscala ci conduca, finalmente, a riveder la luce!
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