CECCANO _ Acqua all’arsenico che non c’è più: tutti minimizzano ma Stella chiede l’intervento della magistratura per avere certezze. Angelino Stella non ci sta: gli pare davvero strano che sia sufficiente mescolare un po’ l’acqua per eliminare l’inquinamento all’arsenico che era stato registrato il 13 maggio e di cui i cittadini sono venuti a conoscenza quasi un mese dopo, quando qualcuno, con forti difficoltà, si è degnato di dir loro cosa stavano bevendo. In una interrogazione rivolta al sindaco della cittadina fabraterna, Stella contesta la posizione di palazzo Antonelli e della Asl che, a suo dire, attribuiscono a motivi naturali la presenza dell’arsenico nell’acqua in misura superiore a quella consentita dalla legge. Egli chiede un’attenta verifica dei terreni che si trovano attorno ai pozzi di via Morolense. Si tratta, secondo Stella, di una delle zone più inquinate della valle del Sacco e da lì si attinge acqua che viene immessa nell’acquedotto comunale. L’esponente dell’opposizione ricorda che già nel 2003 ci fu un’altra ordinanza del sindaco per lo stesso motivo. E la sua paura è che i ceccanesi abbiano bevuto acqua all’arsenico per tutti questi anni. Secondo Stella il pericolo reale starebbe infatti nei due pozzi che captano l’acqua della falda del fiume Sacco e che si trovano a poca distanza da una discarica mai bonificata che contiene 30 mila tonnellate di rifiuti. Stella ricorda anche che nel 2001 l’Arpa Lazio aveva già denunciato la pericolosità della discarica per i pozzi della Morolense. prescrivendo l’installazione di alcuni strumenti di verifica che non sono mai stati messi in funzione. Per tutte queste ragioni Stella chiede l’intervento della magistratura che accerti le responsabilità ma soprattutto imponga la verifica della discarica e dei pozzi della Morolense.
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